Peccato. Peccato davvero. Giovedì 29 marzo oltre 60 alberi hanno trovato dimora nelle aree dell’Ospedale Cardinal Massaia di Asti, primo intervento del collettivo progetto del Giardino della Salute. Eravamo tutti presenti per celebrare una festa, ma quando le Autorità presenti hanno iniziato il rito cerimoniale (colpi di vanga, taglio del nastro, foto celebrative), a pochi metri un grande “mostro” meccanico procedeva imperterrito nel suo rumoroso lavoro di triturazione di una montagna di rami e tronchi restanti dal taglio “violento” di decine di alberi abbattuti per volontà amministrativa. Surreale? Agghiacciante? Per il Sindaco Rasero «solo un po’ di pulizia per consentire di vedere al meglio il nuovo giardino».
Non amo queste cerimonie, lo confesso. Ma questa volta la mia insofferenza istintiva ha superato ogni limite e le parole del Sindaco (pronunciate senza un sorriso nè un increspamento epidermico, dunque difficilmente considerabili come un motto di spirito) hanno trasformato la farsa – scusate, volevo dire la festa ! – in una lugubre scansione funebre.
Peggio ancora: se le parole del Sindaco non rappresentavano un tributo all’ironia, il messaggio che ci restituisce questa giornata è che la colpa del taglio è proprio dei tanti cittadini responsabili di avere salvato l’area sanitaria dall’avvento della centrale per il teleriscaldamento, avere speso tempo ed energie (umane) per creare un progetto alternativo, avere speso denaro per l’acquisto di giovani piante e tutori e avere così provocato il contemporaneo abbattimento di tutto ciò che di verde, in zona, era presente da anni e decenni.
Danno e beffa.
«Non in mio nome», signor Sindaco.
Gli abbattimenti li avete ordinati voi ma «Non in mio nome».
Nessuno penserebbe di assassinare lo spettatore troppo alto seduto dinanzi a noi al cinema.
Nessuno può credere che il calcolo della nostra esistenza stia nell’abbattere ics alberi per piantarne altri ics altrove: il bilancio naturale non equivale a zero, ma ad una sconfitta dell’intelligenza.
Leggo commenti indignati e questa reazione mi pare ben più che un’ammonizione: è un’espulsione.
Rifletta sulle sue parole, ragioni sulle scelte del suo Assessore. Ricordi che quando avrà un problema di salute, sarà un medico e non un Ingegnere a salvarle la vita, così come un agronomo dovrebbe essere l’esperto da consultare prima di decidere di sopprimere una vita verde.
Rifletta sul danno provocato con la perdita di un patrimonio di proprietà di tutti i cittadini.
Ci spieghi perchè in Comune non esiste più un settore dedicato alle “aree verdi”.
Rifletta.
E chieda scusa per la sua infelice battuta. Ai suoi concittadini.
Anche, e soprattutto, a quelli che al taglio del nastro non hanno battuto le mani, perchè le feste sono feste per tutti. Altrimenti sono tristi funerali che non consentono ipocrisie …

Alessandro Mortarino