“Le consultazioni sul Piano socio sanitario regionale che si sono svolte questa mattina ad Asti si sono concluse con una sonora bocciatura per il Presidente Cota e l’Assessore Monferino. Quasi all’unanimità gli amministratori locali, gli operatori sanitari, i sindacati e i consorzi socio assistenziali hanno espresso preoccupazione e contrarietà alla scelta della Giunta regionale di procedere alla divisione tra ospedale e territorio.
In particolare, è stato posto il problema del futuro delle ‘case della salute’, sia quelle già realizzate sia quelle solamente progettate, è stata chiesta conferma sulla realizzazione dell’ospedale della Valle Belbo e sui servizi che questa struttura potrà garantire e, infine, è stato lanciato l’allarme sul personale sanitario che non viene sostituito, con le inevitabili conseguenze in termini di disservizi sia nei reparti sia sul territorio. Inoltre, i Sindaci hanno rivendicato il loro ruolo nella Conferenza dei Sindaci, ruolo che rischia di essere messo in discussione e praticamente venire azzerato dalla nuova normativa.
Ma se la bocciatura del Piano era prevedibile, quello che è risultato sconcertante e ingiustificabile è stato il comportamento tenuto dal Sindaco di Asti, Giorgio Galvagno, che è anche Presidente della Conferenza dei Sindaci. Il quale alle 11.00 era ancora assente ed è poi sopraggiunto trafelato, sostenendo che aveva ‘cose più urgenti da fare’, rendendosi protagonista di un intervento davvero spiazzante, arrivando a sostenere che per il Cardinal Massaia sono sufficienti il pronto soccorso e la cardiologia, mentre tutto il resto può essere messo in ‘rete’ con altre strutture.
Ora, il Sindaco Galvagno ha preteso la Presidenza della Conferenza dei Sindaci, sostenendo che in tal modo avrebbe potuto meglio difendere l’ospedale del capoluogo e gli interessi degli Astigiani. Ma se questa è la difesa della sanità del nostro territorio da parte di Galvagno, allora lo invitiamo a dimettersi da Presidente della Conferenza e da Sindaco, dal momento che il suo comportamento è stato palesemente contrastante con gli interessi che sarebbe suo compito tutelare”.

Angela MOTTA
Consigliere Regionale PD