“I molteplici riferimenti, apparsi sugli organi di stampa, alla Consulta dei Professionisti presso la Camera di  Commercio, in merito alle nomine dei componenti del Consiglio di Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, richiedono alcuni chiarimenti.  La Consulta dei Professionisti presso la Camera di Commercio è stata istituita dalla Riforma   dell’Ordinamento Camerale del 2010 e di fatto costituita ad Asti lo scorso anno. La Consulta non ha indirizzo politico è completamente autonoma ed esprime un rappresentante dei professionisti al Consiglio camerale. E’ costituita dai presidenti di tutti gli Ordini e Collegi delle Professioni ordinistiche regolamentate, che sono ben 17 (Avvocati, Commercialisti, Consulenti del Lavoro, Notai, Architetti, Ingegneri, Geometri, Periti   Industriali, Medici, Farmacisti, Veterinari, Radiologi, Infermieri professionali, Ostetriche, Agronomi,  Agrotecnici, Periti Agrari). Nella riunione di insediamento e nei lavori preliminari, all’unanimità è stato   indicato come Presidente il sottoscritto, rappresentante degli Ingegneri, e come delegato al Consiglio  Camerale il Dott.Angelo Dabbene, Presidente dei Commercialisti. La rappresentanza è significativa (è in   corso il censimento puntuale): i professionisti iscritti agli Ordini che ne fanno parte sono molte migliaia.  Non è quindi una proloco di paese e direi che ha ben titolo ad indicare candidati al Consiglio di Indirizzo di una Fondazione bancaria che “devono aver maturato una concreta esperienza operativa nell’ambito della   libera professione o in campo imprenditoriale o accademico ovvero devono aver espletato funzioni direttive   o di amministrazione presso enti pubblici o privati” come è scritto nello Statuto.  Stupisce al massimo che su 15 nominativi solo uno debba essere il rappresentante di una collettività così importante di soggetti, in possesso di un titolo di studio, che esercitano la propria professione in Asti e dintorni (chi più chi meno considerato l’impoverimento del nostro territorio negli ultimi tempi).  Per ciò che concerne la Fondazione, su richiesta del Presidente del Consiglio di Indirizzo attualmente in   carica, abbiamo provveduto, nei tempi richiesti, a fornire una rosa di 3 nominativi. Ne fanno parte il sottoscritto, Marco Allegretti, presidente dell’Ordine degli Ingegneri e della consulta stessa, Donatella Curletto, presidente del Collegio dei Geometri e Salvatore Lioce, consigliere dell’Ordine dei Medici.  Anche se abbiamo discusso internamente parecchio sulla composizione della terna (personalmente ad   esempio non ero completamente d’accordo, per vari motivi di opportunità), la maggioranza dei componenti   ha individuato i 3 nomi suddetti e pertanto questa è la terna della Consulta dei Professionisti, espressione di   molte migliaia di iscritti.  Credo che siamo tutti all’altezza del ruolo. Per quanto riguarda il mio curriculum, ne ho combinate (in senso positivo, s’intende) un certo numero da   quando mi sono laureato in Ingegneria Elettronica ormai quasi 13 anni fa. Completata la formazione con un Ph.D. ed un master, oltre all’ordinaria attività professionale, non ho mai lasciato l’attività di ricerca (anzi di recente sono entrato nei ruoli del Politecnico di Torino, ove presto un po’ del mio tempo anche alla   didattica). Ho startuppato 2 imprese che stanno da una decina d’anni sul mercato dell’innovazione tecnologica, ho lavorato nel settore dell’edilizia che è stato e rimane una mia passione (anche se c’entra   poco con il resto), ho gestito e gestisco progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nei settori dell’Elettronica, dell’Energia, del Waste e dell’Automotive, oltre ad un certo numero di altre attività che credo francamente non siano di molto interesse per i non addetti ai lavori.  Per quanto riguarda la mia esperienza sul sistema bancario, un certo numero di anni fa, spinto dalla mia   solita curiosità, comprai un pezzetto di una banchetta di provincia (si badi bene, l’equivalente di un  miserabile 2% del capitale, non fatevi strane idee sul sottoscritto…) per poter vedere da vicino il   funzionamento del sistema. Non fu certamente un buon affare, peggio, quel che vidi non mi piacque per nulla e ne uscii subito.  Onde evitare critiche, pur non incompatibile, ho dichiarato che, in caso di nomina al Consiglio di Indirizzo   della Fondazione CrAsti, lascerò spazio ad altri colleghi alla Presidenza della Consulta dei Professionisti   (che, come detto, non è proprio proprio una proloco…). Gli altri colleghi che la Consulta ha indicato nella terna non sono mica da meno ed hanno anche maggior   anzianità di servizio: Donatella Curletto (inserita perchè secondo la Consulta è brava, mica perchè è   una donna) ed il Dott.Salvatore Lioce (Consigliere già in carica) sono professionisti affermati e competenti.  D’altra parte non bisogna scomodare il manuale Cencelli per capire che il risultato finale, salvo improbabili colpi di scena, è piuttosto scontato, anche per la terna dei professionisti. Comunque, tanto per dar riscontro ad alcune osservazioni ancora riportate dalla stampa locale, visto che oggi sto cercando senz’altro di lavorare meno e non necessariamente di guadagnare di più, nella remota  ipotesi di una mia improbabile nomina (in questo caso posso esprimermi solo per me stesso), rinuncerò al  gettone di presenza, di cui non conosco nemmeno l’importo: attività di questa natura, di impegno poi assai modesto, è corretto siano svolte sempre a titolo gratuito. A prescindere, mi stupisce (anzi non mi stupisce per nulla e questo è uno dei motivi per cui ad Asti cerco di  lavorare meno possibile) constatare che l’affaire delle nomine dei Consiglieri di Indirizzo della Fondazione abbia assunto i toni folcloristici di una bega di paese, di quelle che a volte accendono i toni sull’unica piazza, solitamente a mezza strada tra il Municipio, la Chiesa e la Farmacia. D’altra parte non è un meccanismo complesso: equivale ad un giro di valzer in cui la musica non si ferma mai, chi balla continua a ballare, al limite cambia posto in sala, e gli altri, salvo, appunto, cooptazione in pista, stanno a guardare, magari con un poco di invidia. In effetti, tanti anni fa, neolaureato in Ingegneria col massimo dei voti, quando la Provincia emise un bando pubblico proprio per le nomine in Fondazione, partecipai già, ma con poche speranze, data la mia poca esperienza di allora. Mi passò davanti un barbiere. In fondo non ci va arte: basta un poco di parte…” Marco Allegretti, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Asti