GIOVANNI PENSABENEIl 1° bilancio dell’era Brignolo arriva in ritardo di 6 mesi! E sì, perché il Consiglio Comunale approverà in questi giorni il bilancio di previsione per l’anno 2013, come fare i progetti per le vacanze estive al 1° di settembre.  I bilanci in genere sono caratterizzati da numeri e da relazioni che spiegano i numeri. Il numero prevalente in questo bilancio è lo “0”, numero che di per sé non necessita di molti commenti. Infatti la relazione previsionale parla d’altro. Da una parte ci sono progetti ambiziosi e parole roboanti e dall’altra lo “0” che indica le disponibilità di cassa! Intendiamoci, le maggiori responsabilità risiedono nelle scelte politiche nazionali ed europee che da anni tartassano le finanze degli enti locali. Da questo punto di vista la Giunta Brignolo ha tutta la mia solidarietà ed ha anche il mio plauso per la scelta di non penalizzare le spese sociali. Però qualche scelta di natura diversa a livello locale si sarebbe potuta fare. Per esempio aver scelto di non applicare l’aliquota massima di Imu sugli alloggi di nuova costruzione invenduti è un regalo a banche, assicurazioni ed immobiliaristi, il cui mancato introito è stato riversato sull’addizionale irpef a carico, per oltre il 93%, dei soliti noti: lavoratori dipendenti e pensionati. La relazione previsionale programmatica è occupata nella sua prima parte, dopo le spiegazioni tecniche, dalle cosiddette linee programmatiche approvate dalla maggioranza l’anno scorso, ovvero dal programma elettorale di Brignolo. Infatti troviamo abbondanza di accenti ottimistici sul lavoro e sul rilancio della città, accompagnati da termini che richiamano relatori in giacca, cravatta, scarpe a punta e un filo di abbronzatura che hanno frequentato almeno un seminario alla Bocconi o ne hanno sentito parlare. Si passa così dal “Piano strategico” alla “cabina di regìa”, dai “Progetti Faro” (per illuminare il nostro territorio sulla scena internazionale!) all’immancabile “marketing territoriale” e altre amenità di questo tipo. Lo spettatore di questo film è portato a pensare che sia Asti il paese delle meraviglie di Alice. A questo punto però si accendono le luci e si capisce che era solo l’anteprima pubblicitaria che viene prima della proiezione vera, il cui titolo è “Il Bilancio 2013: un bilancio di guerra e di speranza”. Si tratta di un nuovo genere cinematografico, un mix tra Dario Argento e i F.lli Vanzina. Alla fine capisci che “la guerra” è stata dichiarata al buon senso e la speranza è quella, del Sindaco, di farla franca. Prima di tutto il lavoro: attraverso la facilitazione alle imprese che vogliono “atterrare” ad Asti, il rilancio del turismo, del commercio, dell’agricoltura e la valorizzazione del territorio. Bellissimi enunciati! Peccato che in bilancio non vi sia traccia di almeno 1 (dicasi uno) euro destinato a queste iniziative. Solo “0” con riporto di “0”! La distanza siderale che c’è tra il programma di Brignolo e la realtà dei fatti, quella assecondata anche dalla sua Giunta, è resa con tutta evidenza sul trasporto pubblico locale. Sul programma si dice testualmente: “Il trasporto pubblico locale va potenziato, privilegiando i collegamenti tra la periferia e il centro della Città…” Nel bilancio è previsto un taglio di oltre 1,5 milioni di euro e la Giunta ha già annunciato il diradamento delle frequenze e la soppressione del servizio festivo a partire dal 1° luglio di quest’anno, approvando il 17 maggio scorso l’assestamento del budget deliberato dal cda di Asp nella stessa data. Assestamento che oltre al taglio delle frequenze e delle corse prevede un esubero di personale di 34 unità. In un colpo solo sono serviti sia il “potenziamento del trasporto pubblico locale” sia “prima di tutto il lavoro”! Giovanni Pensabene