“Alla cortese attenzione del Direttore.

Sento l’esigenza di scrivere a proposito del Trovamici perché martedì sera in Consiglio Comunale ho sentito fare delle considerazioni che mi sono sembrate esagerate.

Ero seduta al banco della Giunta e, mentre la signora leggeva il documento mi è parso di tornare indietro nel tempo…

Credo che molti cittadini ricordino ancora le discussioni, le prese di posizione, le polemiche, la convocazione di un Consiglio aperto, lo sciopero dei nidi …che avevano caratterizzato la nascita del Trovamici.

Eravamo nel 1998; la sottoscritta aveva appena iniziato ad occuparsi di istruzione e politiche sociali con la Giunta Florio e di fronte alla realtà di un asilo nido come quello di Via Vigna (allora molto più piccolo e soprattutto molto vetusto dal punto di vista della qualità degli spazi) pensò che con una riorganizzazione del servizio e un migliore utilizzo del personale si sarebbe potuto non solo aumentare il numero dei posti bambino nei restanti asili nido comunali ma istituire un servizio in più ( il Trovamici, appunto) come realtà educativa innovativa rivolta ai bambini e alle loro famiglie.

Non a caso, infatti, il centro venne poi inaugurato (dicembre 1998)con il nome : Il Trovamici – centro infanzia e famiglie.

Il motore ( o meglio il “vulcano” di idee e iniziative) era allora Mirella Novello, la direttrice del Centro ma anche, a seconda delle necessità, l’educatrice, l’aiuto-psicomotricista, la “mamma” dei bambini del centro, la sorella delle loro mamme, e perché no, anche colei che all’occorrenza preparava un caffè per facilitare la conversazione, puliva i tavoli dove avevano “lavorato” i bambini e chiudeva la porta quando tutti se ne erano andati.

Credo che a Mirella vada tributato, da parte della città, un doveroso e pubblico riconoscimento.

Il Trovamici si caratterizzò subito come un ambiente diverso dal classico asilo nido: diventò un luogo di socialità e di gioco, in cui i bambini e gli adulti partecipavano insieme ad attività educative, ludiche e di aggregazione sociale; in cui i bambini diversamente abili venivano coinvolti in tutte le attività; in cui la creazione di gruppi di auto-mutuo aiuto tra genitori aveva l’obiettivo di “socializzare” le esperienze, di prevenire comportamenti a rischio, di costituire sostegno alla coppia e al rapporto genitoriale.

L’esperienza del Trovamici, nonostante le polemiche che avevano accompagnato la sua nascita, trovò immediato e numeroso consenso tra i cittadini: a sei mesi dalla sua apertura (maggio 1999) erano già 184 le famiglie iscritte con una frequenza media mensile (comprese le scuole) di circa 1000 persone tra adulti e bambini, e un anno dopo erano 363 le famiglie iscritte e circa 4500 le presenze riscontrate.

Anche la Regione Piemonte si interessò di questo servizio così innovativo ed unico nel panorama regionale e al Trovamici venne destinato un premio di 20 milioni di vecchie lire, finalizzato al potenziamento delle attività del centro. A questo premio si aggiunsero poi, sempre da parte della Regione, altri 25 milioni come contributo al finanziamento del primo anno di attività.

Dalla prima esperienza del Trovamici di via Vigna nacque il Trovamici 2 ( che ebbe sede nei locali dell’asilo nido “il Gabbiano” di corso XXV aprile,(settembre 2000) e, nel 2002, il Trovamici 3, nei locali di via Monti 47.

E tutto ciò venne realizzato contando sull’entusiasmo e la professionalità di Mirella Novello, di una educatrice e una ausiliaria, oltre che su alcune ore effettuate (su base volontaria) da personale degli asili mediante l’utilizzo di una quota del monte ore destinato alla programmazione.

Le cose sono poi cambiate: Mirella si è ammalata, l’educatrice e l’ausiliaria sono andate in pensione e al servizio furono destinate due educatrici part-time e un’inserviente .

La psicomotricista, invece, è rimasta la stessa persona da anni e, poiché la psicomotricità è riconosciuta come un’attività molto utile (per tutti, ma particolarmente per i bambini con problemi) l’Associazione Auto-aiuto, che dalla sua nascita aveva collaborato strettamente con il Trovamici, decise di convenzionarsi con il servizio accollandosi una cospicua parte della spesa e allestendo, in un’altra sede, un laboratorio informatico per bambini con disabilità.

Mi si dirà: e allora perché cambiare?

Credo che le ragioni di gestione del personale le abbia ben spiegate il Sindaco.

Io desidero soltanto ricordare che, affidando il servizio ad una cooperativa che è “figlia” delle Associazioni che da sempre hanno collaborato con il Trovamici si rinnova , a mio avviso, lo spirito un po’ pionieristico e originario del servizio, immettendo nuova linfa, nuove idee, nuovo entusiasmo in un ambito che ha già l’età dell’adolescenza.

E mentre comprendo che i bambini ( e le loro famiglie) fossero affezionati alle educatrici conosciute, invito a considerare che i cambiamenti possono avvenire per svariate ragioni, anche indipendenti dalla volontà dei singoli.

E chi l’ha detto, poi, che la competenza professionale e la capacità di relazione siano patrimonio esclusivo delle dipendenti pubbliche? Perché aver paura delle novità?

Sono disposta a scommettere che il Trovamici, superato questo momento e con la buona volontà di tutti saprà tornare ad essere quel luogo “incantevole” in cui anche i grandi, sentendosi accolti, diventano bambini e che, alla fine dell’anno scolastico, nessuno vorrà separarsi dalle nuove educatrici.

Giova ricordare, inoltre, che la psicomotricità continuerà ad essere svolta da Erika, così come l’accoglienza sarà ancora un compito di Antonietta.

E nel frattempo , non solo per qualche giorno ma fino a Natale, le nuove figure saranno affiancate dalle precedenti educatrici, almeno per qualche ora al giorno.

Credo sinceramente che più di così il Comune non potesse fare e invito ad affrontare in modo costruttivo i cambiamenti, considerandoli un’opportunità e una risorsa in più sulla via della crescita.

Con viva cordialità.”

Angela Quaglia, assessore Comune di Asti e “mamma” del Trovamici