“L’analisi del voto delle ultime elezioni comunali di Asti può essere utilizzato come paradigma di cosa è successo in Italia. 5 anni fa Galvagno ha ottenuto 24mila voti circa mentre nel 2012 al ballottaggio si è fermato a 13mila più qualche rotto. La sinistra ha di poco incrementato i suoi.
Quello che è successo è causa della non capacità del partito di coinvolgere le persone nelle decisioni importanti. Altre forze emergenti hano interpretato tale voglia di partecipazione e ne hanno fatto un cavallo di battaglia. Non ha perso la politica, ma hanno perso coloro che, ad alti livelli, hanno l’obbligo di essere rappresentativi dei cittadini. Si è interrotta la cinghia di trasmissione vertice-base e pertanto la trasmissione del voto ha avuto un blocco. Sul blog votacoppo c’è la mozione che presentai al congresso provinciale del PdL e tale criticità era urlata.
Non mi stupisco pertanto di ciò che è successo perchè abbiamo pagato una situazione nazionale che ha fatto intendere all’elettore di centrodestra che il suo voto era svincolato dal suo consenso a certe decisioni impresentabili, una delega in bianco. Consiglierei pertanto ai vertici locali e nazonali del mio partito di non salire sul carrozzone degli urlatori perchè la gente, tra la copia e l’originale, sceglierà sempre l’originale. Consiglio pertanto di creare spazi di incontro e, perchè no, di ricambio dirigenziale dettato dal merito dimostrato sul campo.
Galvagno ha amministrato bene ed ha lasciato un comune in ordine con i conti e più operativo ma non mi è piaciuto che qualcuno dica che non vi erano giovani disponibili a prendersi un impegno così gravoso come quello di sindaco (vedasi intervista su La Stampa dell’on. Armosino). La scelta di Galvagno è stata dettata dalla qualità del candidato e non dall’assenza di altri (vedasi mia intervista su GRP del 20 luglio 2011 visionabile sul mio profilo facebook). In caso contrario vorrebbe dire che la mia generazione sarebbe inesistente ma le ultime elezioni hanno dimostrato il contrario in quanto i primi due eletti del PdL sono under40 e personalmente sarò under40 anche tra 5 anni”.
Marcello Coppo, Pdl