“Il Comune di Asti approva la Tares, la nuova, vecchia, tassa sui rifiuti più una gabella di 30 centesimi al mq per conto dello Stato. 
Quasi tutti gli astigiani pagheranno di più rispetto alla tariffa dell’anno scorso tranne quelli che stanno meglio. E’ proprio così, non è una battuta! Per fare qualche esempio: le 355 famiglie di 4 persone che vivono in un alloggio con una superficie compresa tra 50 e 60 mq pagheranno, di tassa rifiuti, il 50,93% in più rispetto all’anno precedente; le 378 famiglie di 4 persone che vivono in un alloggio/abitazione con superficie superiore a 150 mq pagheranno il 26,72% in meno rispetto all’anno precedente! Con buona pace dei pochi, eventuali, euro che il Sindaco ha promesso di restituire per l’Iimu eventualmente pagata dalle famiglie più bisognose!
Per quanto riguarda le utenze non domestiche le cose non vanno meglio, anzi. Mentre le scuole pagheranno il 228,6% in più rispetto all’anno precedente, le banche pagheranno il 64,4% in meno! I musei e le biblioteche pagheranno il 17,25 in più mentre i banchi di mercato pagheranno l’85,25% in meno, e via dicendo.
 Con la vecchia tariffa si cercava di avvantaggiare chi collaborava di più con la raccolta differenziata e veniva riconosciuto uno sconto del 15% a chi esponeva il cassonetto sulla strada nei giorni di raccolta. Con la Tares questi sconti spariscono, paghiamo tutti allo stesso modo indipendentemente dal grado di collaborazione a produrre meno rifiuti!
La Giunta Comunale si trincera dietro il fatto che si tratti di un obbligo di legge. In realtà la legge consentiva ai Comuni attrezzati per farlo di applicare una tariffa puntuale, una tariffa calcolata secondo le reali produzioni di rifiuti delle singole utenze, con gli opportuni aggiustamenti per evitare situazioni di palese disparità. Il Comune di Asti, o meglio l’Asp, era attrezzato per fare questo già 6/7 anni fa. Perché non lo si è fatto?

” Giovanni Pensabene