“La vicenda Enofila dimostra ancora una volta la scarsa lungimiranza e capacità di progettazione a medio-lungo termine dell’attuale Amministrazione. A fronte del faticoso lavoro necessario all’attivazione, in quel contenitore, di possibili volani di sviluppo socio-economico per la città, si attua ancora una volta una molto più semplice e sbrigativa scelta conservativa: liberarsi dei costi di gestione di quella struttura regalandola di fatto alla Regione Piemonte. Si cancellano così opportunità di investimento, innovazione, ricerca, evoluzione economica e creazione di nuovi posti di lavoro per ricacciare prepotentemente la nostra città nello status quo. Praticamente con un singolo e repentino atto, l’attuale Giunta getta alle ortiche un patrimonio locale costruito negli anni che, tra ristrutturazioni e costi della Società di gestione, ammonta a decine di milioni di euro, superiore persino all’intero PISU, i finanziamenti europei che hanno contribuito allo sviluppo della parte ovest della città: in un colpo solo si sceglie di consegnare alla Regione Piemonte quanto faticosamente conquistato, in termini finanziari e attraverso diverse amministrazioni, per la realizzazione delle opere di sviluppo urbano. Perchè la Regione Piemonte dovrebbe collocare i suoi uffici all’Enofila che è stata ristrutturata con fondi destinati al nostro territorio e non li colloca, per esempio, in altro contenitore vuoto della città già di sua proprietà, ristrutturandolo con fondi propri? Considerato che la scelta riguarda anche e inevitabilmente un pezzo di futuro dell’intera città e valutato l’imponente patrimonio economico coinvolto, il buonsenso avrebbe suggerito un coinvolgimento dei cittadini e delle forze di minoranza. E’ stata invece attuata con lo stesso metodo utilizzato per le scelte pregresse e con lo stesso concetto di democrazia che ha dimostrato di avere nel tempo questa Amministrazione: senza dire niente a nessuno”. Caterina Federico, Carlo Ventura e Clemente Elis Aceto di Asti Possibile