BRINDISI DI CAPODANNO“Invio alcune riflessioni in merito alla sentenza del Consiglio di Stato pubblicata il 28 novembre 2013, la quale respinge il ricorso del gruppo vitivinicolo Zonin e del Ministero delle Politiche Agricole. E’ stata una grandissima vittoria per i produttori di Moscato d’Asti e della fiducia nella Legge! Essa ha messo finalmente la parola fine ad una querelle giudiziaria che dura da anni. Questo grazie all’impegno della Produttori Moscato d’Asti, della Coldiretti Piemonte (l’unica organizzazione professionale agricola ad aver impugnato il decreto), dell’Associazione dei Comuni del Moscato e di Muscatellum. Il risultato, però, è arrivato soprattutto grazie all’impareggiabile sforzo professionale dei nostri legali, cioè gli avvocati Lodovico Isolabella, Antonio Papi Rossi, Luigi Isolabella, Nicola Pietrantoni, Claudio Sironi del Foro di Milano oltre che gli avvocati domiciliatari Roberto Colagrande e Andrea Manzi del Foro di Roma. I nostri legali, oltre al talento, hanno apportato un valore aggiunto che si chiama passione e questo ha fatto la differenza. Nella notizia apparsa su La Stampa datata 30 Novembre, il gruppo Zonin fa sapere: “I nostri legali hanno ravvisato grandi errori di fatto nella sentenza. Combatteremo ancora.” Io spero l’abbiano letta con attenzione, perché i nostri avvocati, dei quali c’è da fidarsi, dato che, in merito alla medesima vicenda, hanno già vinto quattro processi consecutivi, mi dicono il contrario e cioè che la sentenza pubblicata, al di là dell’esito, è un capolavoro e ricalca passo passo le nostre tesi. Evidenzia, quindi, vizi procedimentali che rendono illegittimo il decreto impugnato. Ci risulta che il paventato ricorso del gruppo Zonin alla Corte Europea, si adotterebbe solo in casi estremi, in presenza di sentenze traballanti, ma questo non è il caso di specie. Occorrerebbe mettere in conto che nella vita, a volte, si può anche non vincere: noi umilmente l’avevamo fatto. La sentenza andrebbe letta con attenzione anche dal signor Paolo Ricagno in  qualità di ex-presidente del Consorzio di Tutela, perché a pagina 18, paragrafo 8.4, si parla proprio di lui e della sua nota del 22 Ottobre 2010, che inviava al Ministero delle Politiche Agricole e alla Regione Piemonte. E la Sentenza andrebbe anche letta dai signori della nuova associazione Agrinsieme Moscato; e soprattutto da quei soci fondatori che, in fase di istruttoria del Decreto che prevedeva l’allargamento della zona di produzione e specificatamente nella commissione ministeriale per la tutela delle DOC, hanno ritenuto fondata l’impostazione Zonin: credo che sia un loro compito preciso spiegare ai loro associati la lettura che il Consiglio di Stato ha fatto dell’intera vicenda e le forti ragioni che hanno indotto la “Produttori Moscato” ad insistere con coraggio, coerenza e tenacia, preciso senso della realtà alla tutela dei – talora eroici – viticoltori dei 52 Comuni del Moscato: vale a dire alla tutela essenziale della qualità resa tipica dalle estenuante lavoro in un terroir di cui è secolarmente consacrata la vocazione all’eccellenza. Agrinsieme Moscato si soffermi a riflettere a quell’inesorabile banco cui si commisura la tempra della dedizione di “Produttori”: vale a dire il “banco” del loro portafoglio, esclusivamente dal quale hanno attinto le energie necessarie per gestire il sacrosanto impegno che origina dalla loro ragion d’essere. Voglio aggiungere che la forza trainante del buon diritto e la rilevanza  degli interessi da loro tutelati da “Produttori” ha trovato il conforto – generoso – di Coldiretti nonché quello delle associazioni dei 52 Comuni e di Muscatellum talchè sento l’orgoglio di affermare che la “battaglia” per la giusta tutela della Docg Asti, intrapresa da “Produttori Moscato”, ha coeso l’intero ventaglio dei viticoltori che ne hanno condiviso l’alto significato”. Giovanni Satragno, presidente Produttori Moscato d’Asti associati