Agitazione questa mattina del personale della sede Inail di Asti. Qualche ora fa sono state, infatti, indetta dalla Rsu una serie di assemblee sindacali per manifestare il dissenso verso i tagli del personale  e verso le riforme, attualmente al vaglio del Parlamento, e oggetto della Legge di Stabilità. A rischio ci sono circa 1900 posti di lavoro e a ciò vanno aggiunte modifiche peggiorative delle condizioni economiche che preoccupano tutti i dipendenti Inail. “Ma non è solo questo a preoccupare i dipendenti dell’Istituto – scrive la rappresentanza sindacale -. I continui tagli che minano le risorse umane e economiche rischiano di atrofizzare l’Istituto e le sue Sedi. Ad Asti si vocifera della prossima chiusura delle due agenzie di Nizza Monferrato e di Canelli, mentre per il Piemonte si è già chiesta la chiusura di 3 Sedi; altre Sedi potrebbero essere chiuse e ciò renderebbe impossibile mantenere i servizi invariati. Se gli ultimi annunciati tagli saranno approvati, l’Inail non potrà mantenere la stessa presenza sul territorio, presenza che consente all’Istituto di essere vicino a chi ha gravi disabilità e di avere ambulatori nonchè uffici vicino a chi ha bisogno dell’ente e dei suoi servizi. In più in tal modo sembra sempre più vicina l’eventualità della privatizzazione dell’ Istituto: se ciò avverrà il diritto alle prestazioni sarà garantito solo a chi potrà permettersele”. Qualche dato: con i suoi  31 dipendenti (cinque anni fa erano 40), l’Inail di Asti assiste 2700 titolari di rendita da infortunio e circa 3500 infortuni all’anno ed ospita una delle undici palestre in Italia di fisioterapia.  Inoltre sul fronte economico gestisce 14600 aziende, alle quali quest’anno ha rilasciato oltre 15 mila DURC e sta erogando finanziamenti per progetti di sicurezza  per oltre un milione di euro. “La chiusura delle Sedi territoriali dell’Inail – dichiara la Rsu della sede – significa smantellare lo stato sociale e quindi difendere l’Inail significa difendere un Ente che li assiste in tutti gli aspetti infortunistici: economici e sanitari, dalla prevenzione al reinserimento, attraverso la riabilitazione. Noi vogliamo difendere questo patrimonio dei lavoratori, che hanno già pesantemente pagato la crisi causata da chi, come la casta politica, l’alta finanza, le banche ed i poteri forti,  attraverso le leggi si autoesclude dai sacrifici continuando a mantenere spudoratamente i propri privilegi. Con questa agitazione alla quale siamo stati costretti dalla sordità finora dimostrata dal governo e  per la quale ci scusiamo verso l’utenza, anche i cittadini capiranno come potrebbe essere più scadente la loro vita se i tagli all’Inail saranno confermati.” L’agitazione proseguirà anche la prossima settimana fino a venerdì 9 novembre.