Nell’Astigiano soltanto per lo sgombero della neve e la fornitura del sale, nel novembre e dicembre scorsi, Comuni, Comunità Montana Langa Astigiana Valle Bormida e Provincia hanno speso 3.100.637 euro, mentre gli interventi urgenti per le opere pubbliche a carico della Provincia ammontano a 3.937.028 euro e a 6.786.365 quelli riguardanti Comuni e Comunità Montana: sono somme parziali che non tengono conto delle somme urgenze (364.255 euro totali) e anche perché, con lo scioglimento delle nevi nei territori montani, si prevede salteranno fuori altri danni. Le perdite per i privati sono di 2.225.354 euro; la spesa per lo sgombero dei detriti conseguenti alle frane di 695.658 euro.

Per il Piemonte i danni ammontano complessivamente a 447.290.844 euro, di cui ben 211.840.788 a carico degli enti locali, come risulta dalla relazione inviata dalla Regione al Governo. Quest’ultimo, però, secondo l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale, avrebbe finora disposto uno stanziamento di soli 85 milioni di euro per il fabbisogno dell’intero Paese: il che significherebbe, per il Piemonte, una somma pari a 10 milioni, meno del 3% dei danni registrati. Il documento contiene la sollecitazione alla Giunta Bresso perché intervenga su Roma affinché il Governo assegni gli indennizzi spettanti ai soggetti danneggiati (pubblici e privati) del Piemonte.

“I fondi messi a disposizione dal Governo per il Piemonte – indica la consigliera regionale Angela Motta – non coprono neanche lo sgombero neve e gli amministratori locali non sanno come chiudere i bilanci. Occorre un provvedimento ad hoc per il Piemonte in modo da evitare che la nostra regione si trovi in ginocchio. Per fronteggiare l’emergenza è necessaria una deroga al patto di stabilità affinché i Comuni possano spendere risorse straordinarie senza rinunciare alle spese essenziali per il normale funzionamento dei servizi”.

La consigliera Pd ricorda inoltre che “La Regione ha approvato, da qualche mese, una legge di riforma delle comunità montane, riducendole di numero e razionalizzando i territori con l’intento di salvaguardarle. La mancanza di fondi statali rischia ora di rendere vano questo sforzo”.