Non è un addio, è un ritorno alle origini, alla matrice di un ideale politico. Davide Arri, dopo 27 anni nell’Amministrazione Comunale, cambia percorso scegliendo di aderire a un progetto a più ampio respiro e più prettamente politico, sostenendo i “Centristi per l’Europa di Pierferdinando Casini con l’obiettivo di ricostruire un’area centrista in Italia e rilanciare il concetto di Unione Europea, “seguendo il disegno che già aveva tracciato De Gasperi”. Dopo quasi tre decenni al servizio del locale sente di aver completato il proprio percorso. “Non credo che ci possano essere uomini per tutte le stagioni – ha commentato -. Io ho cominciato nel ‘90 come consigliere di circoscrizione a Sessant, Serravalle e Mombarone per la Dc, nel ‘94 ho fatto il consigliere comunale per il Partito Popolare Italiano di Martinazzoli; poi sono stato capogruppo Udc, mi sono candidato due volte alla corsa di primo cittadino e dal 2012 ho ricoperto il ruolo di vicesindaco. Ora ritengo questo mio percorso concluso”. Percorso da considerarsi anche una sorta di gavetta: “Prima di affacciarsi alla vita politica credo che sia necessario aver maturato un’esperienza amministrativa, di ascolto, di confronto con la cittadinanza”, ha aggiunto Arri. Questi anni sono stati quindi una palestra per poter mettere a frutto l’esperienza accumulata e abbracciare una sfida complessa: “lavorare per il rilancio dell’Europa anche in termini di valori cattolici, recuperando un concetto di economia sociale e di mercato che abbiano al centro la persona, contrastando, con una visione moderata, il populismo imperante”. Essere vicesindaco per Arri è stato comunque un piccolo sogno, con la responsabilità di una famiglia allargata di 80 mila persone. “Lascio l’Amministrazione Comunale senza alcun rimpianto sicuro di avere raggiunto risultati soddisfacenti”, ha spiegato. Diversi gli obiettivi raggiunti, dalla variante frazionale, di fatto un piano regolatore rurale, alla variante 31 riguardante le semplicificazione delle norme e che agevola le aziende ad ampliarsi e a investire su Asti: “Grazie a questa variante 28 imprese hanno dimostrato interesse per il territorio, e 10 sono in attesa di entrare nella fase operativa”, ha precisato Arri. Fra i fiori all’occhiello del suo mandato anche la creazione di un ufficio per la ricerca di finanziamenti che in circa un anno ha seguito 32 progetti per quasi 6 milioni di euro. Esistono però anche dei rammarichi, come quello di non aver dato pienamente corso agli sportelli polifunzionali destinati alla cittadinanza: “Lo abbiamo fatto solo per il segretariato sociale ma avrei voluto estendere il servizio a 360° permettendo così un rapporto, più semplice fra utente e Comune”. Altro rimpianto non essere riusciti nel progetto di cessione e recupero degli immobili Asl vuoti. “Non siamo comunque stati con le mani in mano. Già nel luglio 2012 abbiamo organizzato una riunione tecnica con tutte le parti interessate, ma il progetto non è andato totalmente a buon fine. Abbiamo ottenuto comunque un interessamento sull’ex mutua”, ha precisato. Ma per Arri non sarà un addio. “Vorrei mettere a frutto l’esperienza maturata in questo lungo percorso offrendo il mio bagaglio a chi intraprenderà un progetto politico locale che sposi gli ideali cattolici, centristi e moderati”.