Arriva la sfiducia del sindaco Maurizio Rasero al cda Asp. “L’attuale Consiglio di Amministrazione di ASP è formato da due componenti espressione del socio privato e di tre componenti nominati dalla Città di Asti: attualmente i tre amministratori (tra cui il presidente) di nomina pubblica sono espressione della precedente amministrazione, individuati a ridosso delle ultime elezioni amministrative” fanno sapere dal Comune.

Asp è una società significativamente strategica per l’amministrazione, in quanto svolge servizi rilevanti per la collettività: “Di conseguenza- scrivnone dal Comune di Asti – la governance della stessa (per la parte pubblica) deve necessariamente essere in linea con le posizioni dell’Amministrazione ed essere impostata secondo linee di indirizzo che non possono prescindere dalla programmazione operativa ed economico- finanziaria della Città di Asti, anche in considerazione delle strategie operative e di sviluppo dei servizi per il territorio. Per questi motivi, e nell’ambito della più completa correttezza istituzionale, è stato richiesto agli attuali componenti pubblici del Consiglio di Amministrazione di rimettere il proprio incarico, in quanto espressione di una linea politico-amministrativa ormai non più attuale, consentendo all’Amministrazione di poter esprimere nuovi rappresentanti nell’ambito delle rinnovate linee di programmazione e gestione dei servizi pubblici. Tale richiesta, peraltro, è intervenuta recentemente, in quanto si è ritenuto utile dare continuità per qualche mese agli assetti del CDA, al fine di non pregiudicare il corretto funzionamento degli organi e dare all’Amministrazione la possibilità di valutare la complessiva situazione di ASP. Oggi il Comune, avvalendosi di un accordo di reciprocità con l’Università del Piemonte Orientale, ha avviato una accurata verifica delle condizioni generali in cui versa ASP, attraverso l’esame dei contratti di servizio ormai da tempo scaduti, la verifica dei rapporti tra socio pubblico e socio privato, la verifica dei patti parasociali in essere, le possibili modifiche statutarie, l’affidamento dei servizi in essere e delle ulteriori attività previste, operando quella necessaria attività di controllo societario finalizzata ad ottimizzare il rapporto costi/benefici per la collettività amministrata, pur nel rispetto dei rapporti in essere con la società stessa. In tale ambito si è dovuto riscontrare come l’attuale Consiglio di Amministrazione sia stato nominato senza tener conto di alcune specifiche prescrizioni di legge, prevedendo addirittura compensi aggiuntivi ad alcuni amministratori che la legge vietava di attribuire e che ancora oggi vieta. Non solo, l’attuale componente pubblica del Consiglio di Amministrazione opera senza il necessario raccordo con il Comune, assumendo scelte a volte anche in contrasto con l’interesse dell’Ente: in un recentissimo cda un rappresentante del Comune ha espressamente votato per presentare un ricorso contro il Comune stesso, ponendosi così in una situazione di conflitto e senza sollecitare alcun atto di indirizzo del Comune stesso ovvero confrontarsi con l’Amministrazione. E’ un atto di inaudita gravità, insieme alla posizione di astensione degli altri due componenti pubblici i quali, nell’assumere questa posizione per così dire “neutra” non hanno sollecitato alcuna presa di posizione del socio pubblico Comune, pur essendo espressione diretta e fiduciaria dello stesso. E’ evidente che in queste condizioni il Comune di Asti non è in grado né di conoscere né di influenzare in maniera giuridicamente corretta le posizioni dell’organo di amministrazione di ASP; di conseguenza oggi il Comune non ha propri rappresentanti nel CDA, nel senso che gli stessi operano a prescindere dalla volontà del socio che li ha espressi e talvolta anche contro gli interessi dello stesso. E’ evidente come questa situazione paradossale sia frutto di scelte frettolose ed intempestive operate dalla precedente amministrazione: l’attuale CDA è stato rinnovato per tre anni nel mese di aprile (quindi nell’imminenza delle elezioni amministrative) mentre ben si sarebbe potuto differire l’approvazione del bilancio di ASP al 30 giugno e lasciare in carica il precedente CDA, rimettendo al nuovo sindaco la scelta dei rappresentanti pubblici. Occorre ricordare come la precedente amministrazione abbia lasciato, purtroppo, scadere i precedenti contratti di servizio al 31/12/16, senza rinnovarli, lasciando alla nuova amministrazione post elezioni il compito di rinnovarli; inoltre nel mese di gennaio 2017 il Sindaco, con lettera, riteneva di non assumere decisioni sul teleriscaldamento in quanto l’imminenza delle elezioni amministrative consigliava di attendere la nuova amministrazione. E’ paradossale come sei mesi prima del termine del mandato non si assumano decisioni rilevati per la società e per la collettività mentre poche settimane prima delle elezioni si nomini per tre anni un CDA! E’ vergognoso, altresì, come per conservare un compenso pagato comunque dai cittadini i rappresentanti di nomina pubblica decidano di mantenere la carica, pur non avendo più nessuna rappresentanza del socio pubblico, e quindi del Comune e di tutti i cittadini di Asti. Si ritiene perciò corretto pretendere che costoro si assumano le proprie responsabilità, lasciando un incarico che non è più voluto, non rappresenta l’amministrazione del Comune, non è espressione della volontà (mediata) dei cittadini, ma appare oramai solo come un tentativo di mantenere poltrone e prebende”.