A fine dicembre 2012 il 6,16% delle imprese astigiane presentava un’alta rischiosità di generare insoluti commerciali nei confronti dei propri fornitori nei 12 mesi successivi, mentre un altro 40,97% si caratterizzava per una rischiosità media. Nel 7,30% dei casi si osservava una rischiosità bassa e, per il restante 45,57% del totale, medio – bassa. Dall’analisi comparata degli ultimi 5 anni emerge un leggero miglioramento della rischiosità commerciale in provincia di Asti con le imprese inserite nella fascia a massima rischiosità che passano dal 6,95% di fine Dicembre 2008 al 6,16% di Dicembre 2012. Nel medesimo periodo la percentuale di imprese caratterizzate da una bassa rischiosità potenziale, invece, è leggermente calata, passando dal 10,9% del 2008 fino al 7,3% di fine 2012. Tra le province piemontesi, Novara evidenzia la concentrazione più alta di imprese a rischiosità elevata, pari al 8,84% del totale, seguita da Torino (8,77%), Alessandria (8,16%), Vercelli (7,53%), Verbano-Cusio-Ossola (7,32%), Biella (7,19%), Asti (6,16%) e, infine, Cuneo, che con solo il 3,87% risulta essere la provincia con il livello più contenuto di imprese potenzialmente molto rischiose dal punto di vista commerciale. Nel complesso, tutte le province piemontesi si caratterizzano per una quota di imprese con bassa rischiosità potenziale migliore della media nazionale (pari al 6,08%): al primo posto si piazza saldamente Biella con una quota pari al 14,62% del totale. Seguono Cuneo (10,39%), Torino (9,64%), Vercelli (8,28%), Novara (7,97%), Verbano-Cusio-Ossola (7,38%), Alessandria (7,35%). All’ultimo posto Asti con il 7,30%. È quanto emerge dall’Osservatorio sulla rischiosità commerciale realizzato da CRIBIS D&B, società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che analizza il grado di affidabilità delle imprese italiane e la loro capacità di fronteggiare gli impegni presi nei confronti dei propri fornitori, con la conseguente probabilità di generare insoluti commerciali nei 12 mesi successivi. Il Piemonte appare in controtendenza rispetto allo scenario nazionale, con imprese più affidabili dal punto di vista commerciale rispetto a cinque anni fa. A fine dicembre 2012, infatti, il 7,62% delle imprese piemontesi (nel 2008 era l’8,80) presentava un’alta rischiosità di generare insoluti commerciali nei confronti dei propri fornitori nei 12 mesi successivi, mentre un altro 45,66% si caratterizzava per una rischiosità media. Nel 9,37% dei casi si osservava una rischiosità bassa (nel 2008 era pari al 10,42% la percentuale di imprese totalmente affidabili) e, per il restante 37,35% del totale, medio – bassa. Il Piemonte risulta essere, dopo la Valle D’Aosta, la regione più affidabile del Nord Ovest. Nello specifico, le imprese del Piemonte mostrano un livello di alta rischiosità potenziale inferiore sia alla media nazionale, che si posiziona all’11,26%, sia alla media del Nord Ovest (8,95%). Al contempo, in regione la quota di imprese che si distinguono per una bassa rischiosità prospettica si è attestata al 9,37% del totale, contro una media del Nord Ovest pari all’8,46% e al dato nazionale, fermo al 6,08%