Una vicenda che inizia cinquant’anni fa, con la creazione nel 1961 della Biblioteca Consortile ad Asti, partecipata da Comune e Provincia, e comincia a complicarsi di recente quando nella Finanziaria 2010 si stabilisce la soppressione dei consorzi tra enti locali:  da quel momento si rende necessaria una trasformazione, la Biblioteca è in cerca di una nuova forma legale.
Dei 250 utenti che ogni giorno entrano ed escono dalle sale di corso Alfieri (prendendo in prestito 53mila volumi ogni anno dei 130mila che affollano gli scaffali), pochi si saranno resi conto del reale problema che questo nodo pone.
Un nodo tutto politico, pare, dopo il consiglio comunale della scorsa settimana  trascinatosi per sei ore  in cui è mancato il numero legale per la nascita della nuova fondazione e dopo la laconica comunicazione della Provincia che annuncia, a firma del vicepresidente Cardona, il proprio disimpegno.
“Normalmente, quando si celebra la nascita di una fondazione si stappa lo spumante, perché si festeggia uno strumento nuovo, capace di attrarre investimenti e nuovi soci, un progetto di sviluppo e di funzione strategica per il territorio. In questo caso invece bisogna fare un mezzo funerale, perché si parte con una macchina dimezzata, che invece di ampliarsi inizia la sua corsa perdendo il 50 per cento della propria compagine sociale” hanno commentato i consiglieri di minoranza.
Nel consiglio comunale di lunedì, con 21 voti a favore, quattro contrari e sette astenuti, è stata approvata la trasformazione della Biblioteca Astense da consorzio a fondazione, ma i problemi non sembrano essere finiti.
L’emendamento della minoranza che stabilisce la gratuità delle cariche (compresi il consiglio di amministrazione e il presidente) rende assai poco appetibile un ruolo di grande responsabilità, sia civile che penale, e che per la fisionomia assunta negli anni dalla Biblioteca Astense dovrebbe essere ricoperto da una personalità in grado contare su una rete di relazioni molto ricca.
In tutto ciò, un ulteriore dubbio: l’attuale Cda decade tra dieci giorni, il 16 luglio, e a oggi la delibera del Comune seppur approvata non è esecutiva. Il consiglio di amministrazione verrà prorogato? L’ente sarà commissariato? Insomma, chi si occuperà di traghettare di fatto l’ente verso la trasformazione?
A questo punto si è inserita una nuova nota della Provincia, di mercoledì, stavolta  a firma del presidente Armosino: “In merito alle prese di posizione emerse in questi giorni circa il futuro della Biblioteca Astense la Provincia di Asti ribadisce che per quest’anno manterrà e onorerà il proprio impegno: a questo riguardo, a livello finanziario, è già stato stanziato un apposito fondo sul capitolo di spesa dedicato. Anche per il futuro intendiamo continuare a fornire il nostro contributo alla Biblioteca, ma come abbiamo già avuto modo di precisare occorre un approfondimento sulla fondazione che si andrà a costituire, valutando in modo specifico il patrimonio, le strutture, il personale e i costi di gestione dell’attività che si andrà a sviluppare. Il nostro è un atteggiamento responsabile che punta al raggiungimento dell’obiettivo, in considerazione degli equilibri di bilancio e degli impegni economico finanziari che l’ente è in grado di assumere”.

Marianna Natale