E’ stato bocciato dalla maggioranza del sindaco Galvagno l’ordine del giorno presentato da Pd– Idv –Sel – Uniti per le Frazioni – Udc – Noi per Asti, volto a sostenere l’idea di realizzare l’Albergo Etico nel vecchio ospedale.
Grave disappunto è stato espresso in consiglio da Fabrizio Brignolo, capogruppo Pd, e Mario Aresca, capogruppo di Noi per Asti: la maggioranza ha confermato di non voler prendere in mano la riqualificazione del vecchio ospedale, lasciando che l’immobile venga messo all’asta dall’Asl e gestito con una logica esclusivamente speculativa, preferendo soluzioni come quella del centro commerciale, invocata nei giorni scorsi da Galvagno, a un intervento di contenuto urbanistico e sociale.
L’ordine del giorno presentato dalla maggioranza in contrapposizione a quello proposto da centro sinistra, Udc e Noi per Asti, è stato definito nel corso della discussione “acqua fresca”, perché contiene un generico plauso all’iniziativa dell’Albergo Etico, ma rifiuta di entrare nel dettaglio della localizzazione e non esprime neppure un auspicio rispetto alla soluzione del vecchio ospedale.
“Ovviamente abbiamo votato anche l’ordine del giorno della maggioranza – ha commentato Brignolo – perché contiene apprezzamento per l’idea dell’albergo etico (e ci mancherebbe altro…) ma è evidentemente inutile ai fini di una qualsivoglia indicazione sulla sua localizzazione e, soprattutto, conferma l’inerzia dell’amministrazione sulla partita del vecchio ospedale”.
L’ordine del giorno, bocciato per pochi voti, ricordava che “la variante strutturale al piano regolatore per la riconversione degli immobili di proprietà dell’Asl At è stata approvata in via definitiva dalla Regione Piemonte nel febbraio scorso e rende possibile la realizzazione nella porzione storica del vecchio ospedale di una struttura alberghiera, specificamente prevista nello Studio di fattibilità per il riuso degli immobili ex Asl 19, finanziato con i fondi del programma casa di edilizia residenziale pubblica approvato dalla Giunta Comunale con Deliberazione n° 626 del 23 dicembre 2008” e riproponeva il “tecnico, costituito all’epoca della Giunta Voglino,  composto da Comune di Asti, Provincia di Asti, Camera di Commercio, Fondazione e Banca Cassa di Risparmio di Asti, Azienda Sanitaria Locale, Agenzia Territoriale per la Casa di Asti, Confcooperative di Asti, Unicapi, e Collegio costruttori dell’Unione Industriale (eventualmente integrato con le associazioni degli artigiani o con altri soggetti di cui sarà ritenuta l’opportunità) che ha elaborato i principi ispiratori della variante e dello studio di fattibilità”.