Continua l’impegno della giunta Brignolo a favore della Way Assauto. Lunedì, una delegazione della neo-eletta amministrazione di centro sinistra ha visitato lo stabilimento di via Antica Cittadella.
Un sopralluogo “quasi” a sorpresa, con un preavviso di poche ore alla proprietà cinese, che ha nel complesso soddisfatto i nuovi amministratori astigiani.
“Abbiamo trovato strutture e impianti in buona efficienza, spazi esterni curati, la famigerata vasca del cromo esavalente – da cui in passato sono fuoriuscite le esalazioni che hanno inquinato i pozzi di San Fedele – completamente risanata”, afferma il vice sindaco Davide Arri.
Tutti i macchinari delle linee produttive che saranno riattivate sono stati trasferiti al piano terra, per evitare le diseconomie e le inefficienze del passato.
Il laboratorio di ricerca è stato completamente ripristinato. Nelle intenzioni della Cijan dovrà diventare il polo tecnologico di tutta la struttura europea della multinazionale cinese. A giugno è atteso un tecnico dalla Cina per curare gli allacciamenti degli impianti. Nel sito astigiano i cinesi avrebbero investito già tre milioni di euro e altrettanti si preparano ad investire entro fine anno.
Non si parla più rilocalizzazione. I cinesi hanno affittato dalla famiglia Rigamonti 22.000 mq del sito di via Antica Cittadella, con un contratto di sei anni tacitamente rinnovabile per altri sei, abbastanza per mettere le radici nello storico stabilimento.
Nessun timore per l’eventuale obsolescenza degli impianti, secondo i dirigenti della Cijan la tecnologia dell’ammortizzatore non è cambiata molto in questi anni, e le linee della Waya sarebbero pienamente efficienti.
A regime, la produzione che potrebbe uscire dai rigenerati impianti di via Antica Cittadella, potrebbe raggiungere i 12.000 pezzi al giorno. All’inizio si comincerà però con molto meno. Ci sono commesse per circa 1.000 pezzi, che potrebbero salire a 3.000 entro la fine dell’anno. Abbastanza per dare lavoro a una cinquantina di dipendenti, mantenendo il marchio Way Assauto, che per i cinesi ha una buona rilevanza anche internazionale.
Insomma una buona impressione. “Non vogliamo dirlo troppo in fretta, ma mi sembra che il progetto sia serio e improntato allo sviluppo – afferma Arri – le voci di uno smantellamento degli impianti che avevamo raccolto in campagna elettorale alla prova dei fatti si sono rivelate esagerate”.
E poi i dirigenti orientali si sono dimostrati particolarmente attenti al ruolo delle istituzioni, abituati come sono a una economia ancora centralista come quella di Pechino. “Hanno accettato di buon grado il nostro interessamento, anzi avrebbero gradito maggiore vicinanza anche dalla precedente amministrazione. Abbiamo anche avviato contatti con la municipalità di Nanyang, la città dove ha sede la multinazionale cinese, un distretto di oltre dieci milioni di abitanti. Potrebbero nascere opportunità di legami economici e non solo”, commenta il vicesindaco.
Massimiliano Bianco