Molto critico il presidente Roberto Cota nei confronti della decisione della Corte Costituzionale di rinviare a nuovo ruolo l’udienza sui ricorsi presentati dalle Regioni contro il decreto “Salva Italia” del 4 dicembre scorso, che all’articolo 23 ha ridotto le competenze delle Province e modificato il sistema elettorale. “Il comportamento del Governo, che fa un decreto legge nell’imminenza della pronuncia della Corte è ancora una volta scorretto dal punto di vista istituzionale – ha dichiarato Cota -. Mette in difficoltà la Corte e mette di fronte al fatto compiuto, non consentendo un pronunciamento sul rispetto dei principi costituzionali. Le Province sono state rase al suolo, ci sono norme costituzionali violate, ma si è fatto in modo di far saltare i meccanismi di tutela. E’ da tempo che denuncio l’emergenza enti locali”. La Consulta non ha voluto entrare ancora nel merito di una materia che sta cambiando di nuovo, poiché è in corso di pubblicazione il decreto di riordino, approvato dal Consiglio dei ministri il 31 ottobre. I ricorsi promossi da 8 Regioni – Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania, Molise e Sardegna – parlano di incostituzionalità del decreto perché gli articoli 5, 114 e 118 della Costituzione non consentono al legislatore ordinario di modificare la natura degli enti costituitivi della Repubblica, visti nella loro realtà di enti di governo territoriale rappresentativi, quindi delle loro comunità. Con il “Salva Italia” la Provincia uscirebbe completamente trasformata, diventando un ente di secondo grado con funzioni di coordinamento delle attività proprie dei Comuni, non eserciterebbe l’attività di gestione amministrativa né le funzioni previste dall’articolo 118.