Nei primi nove mesi del 2012 il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 29,4 miliardi di euro, manifestando un incremento del 3,4% rispetto al dato registrato nello stesso periodo del 2011. La crescita è di poco inferiore rispetto a quella riscontrata a livello medio nazionale (+3,5%).

Valutando le singole performance trimestrali si osserva, tuttavia, come la dinamicità delle vendite regionali all’estero si sia progressivamente ridotta nel corso del 2012: alla variazione del +5,2% e del +2,7% registrata rispettivamente nel I trimestre e nel II trimestre dell’anno, ha fatto seguito un ulteriore rallentamento del ritmo di crescita nel periodo luglio-settembre 2012 (+2,2%).

A livello italiano, nei primi nove mesi del 2012 l’aumento delle esportazioni ha riguardato tutte le ripartizioni territoriali, risultando più sostenuto per l’Italia insulare (+17,1%) e superiore al dato nazionale anche per le regioni dell’Italia centrale (+6,6%). L’incremento è risultato, invece, meno intenso per le regioni nord-occidentali (+3,4%) e nord-orientali (+1,1%), mentre le regioni dell’Italia meridionale si sono contraddistinte per una situazione pressoché stazionaria (+0,1%).

Il Piemonte si conferma, anche nel periodo gennaio-settembre 2012, la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,1% delle esportazioni complessive nazionali: tra le principali regioni esportatrici solo la Lombardia e l’Emilia Romagna hanno registrato una performance lievemente migliore rispetto a quella piemontese, con una crescita, rispettivamente, del 3,7% e del 3,6%. L’incremento concretizzato dal Veneto è, invece, risultato più contenuto (+1,5%).

 “Le imprese piemontesi cercano di resistere alla crisi, seppur con un trend di poco inferiore a quello nazionale. In un contesto così fragile, però, dobbiamo continuare a lavorare per evitare che il peso degli ostacoli strutturali e la mancanza di credito limitino ulteriormente le nostre aziende. Dobbiamo inoltre pensare a programmi di sviluppo che permettano al nostro export di trainare la ripresa, così da poter incrementare ordini, produzione e occupazione – commenta Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte –. Per continuare a essere credibili sui mercati esteri, grazie alla qualità che da sempre caratterizza i prodotti, il nostro tessuto imprenditoriale ha bisogno di politiche efficaci di internazionalizzazione e linee di intervento pensate ad hoc. E proprio su questo punteremo nei prossimi mesi”.

La crescita dell’export piemontese non ha, tuttavia, interessato tutti i principali comparti delle vendite all’estero. Il settore dei mezzi di trasporto, che genera il 20,4% delle esportazioni complessive, ha infatti registrato una contrazione del valore delle merci esportate (-1,9%), scaturito dalla diminuzione sia dell’export di componenti autoveicolari (-5,5%), sia delle vendite all’estero di autoveicoli (-1,3%). Negativa anche la performance del settore del tessile-abbigliamento dei prodotti (-0,7%). Il comparto dei metalli e prodotti in metallo (terzo per importanza rivestita sulle esportazioni complessive), ha realizzato, invece, un incremento particolarmente sostenuto (+11,5%). Anche la meccanica, primo settore per quota detenuta sull’export complessivo, ha manifestato una dinamica brillante, incrementando il valore delle esportazioni del 10,9% rispetto ai primi nove mesi del 2011. Superiore alla media regionale anche l’aumento registrato per l’alimentare (+6,1%).

Per quanto riguarda i mercati di sbocco delle merci piemontesi, il bacino dell’Ue-27 ha attratto il 59,8% dell’export regionale, contro il 40,2% dei mercati extra-comunitari. Anche se i Paesi dell’Unione europea continuano a costituire la principale area di destinazione delle vendite all’estero dei prodotti piemontesi, la quota detenuta dall’area comunitaria appare in ulteriore ridimensionamento rispetto al periodo gennaio-settembre 2011, quando le esportazioni destinate ai mercati dell’Unione europea rappresentavano il 62,5% di quelle complessive.

Tale ridimensionamento è il frutto dell’andamento negativo manifestato dalle vendite piemontesi dirette ai partner comunitari (-1,0%). È risultata, invece, decisamente più brillante la crescita dell’export verso i Paesi extra Ue-27 (+10,6%).V