Da oggi la Regione Piemonte ha la sua legge contro lo spreco alimentare. Il  provvedimento, presentato dal Consigliere Angela Motta come prima firmataria, è stato votato all’unanimità dal Consiglio Regionale e si   inserisce a pieno titolo all’interno dell’attuale dibattito mediatico. Poche settimane fa l’Assemblea Nazionale Francese ha approvato una legge che di   fatto istituisce il reato di “spreco alimentare”, per cui non sarà più possibile per   i supermercati smaltire l’invenduto gettandolo nella spazzatura quando ancora   edibile. Il patron di Slow Food Carlin Petrini si era detto speranzoso che presto   lo stesso reato venisse introdotto anche in Italia. “L’approvazione della legge   rappresenta una grande conquista per il Piemonte e può servire da stimolo per   le altre Regioni, considerando che è prevista una redistribuzione non soltanto   delle eccedenze alimentari, ma anche degli altri beni invenduti” ha   commentato il Consigliere Motta. “In un momento in cui tanto si parla di come   sfamare il pianeta, i dati che riguardano lo spreco del cibo devono obbligarci   ad una riflessione. Secondo la FAO, infatti, la quantità di alimenti che viene   buttata supera il 35% della produzione totale, con un costo economico stimato   in circa un trilione di dollari ogni anno. Non solo, nei campi ogni anno   rimangono circa 1,4 milioni di tonnellate di prodotti che non vengono raccolti.   Questi dati ci dimostrano come il nostro modo di produrre, distribuire, vendere   e consumare il cibo che non funziona più. E’ necessario, dunque, intervenire   per rendere più efficiente la catena produttiva e distributiva. Allo stesso tempo,   però, occorre lavorare per rendere il consumatore più sensibile e consapevole   del valore dei cibi che acquista, che, invece, spesso vengono buttati anziché   consumati”.  L’assessore regionale alle politiche sociali, alla famiglia e alla casa Augusto   Ferrari afferma: “La proposta di legge presentata dalla collega Angela Motta e   sottoscritta da altri Consiglieri, e approvata all’unanimità dall’Aula, rappresenta   un atto importante, un tassello che si inserisce perfettamente nel quadro più   complessivo di una riscrittura di un nuovo patto per il sociale che risponda alle   esigenze di una società che, a causa della crisi economica, si è impoverita e si   trova, quotidianamente, a dover far fronte a gravi problemi che richiedono   soluzioni rapide e puntuali. Il Patto per il sociale che intendiamo presentare   prima in Commissione e, successivamente, far approvare dalla Giunta   regionale – ha concluso Ferrari – prevede uno specifico capitolo dedicato alla   lotta e al contrasto delle diverse forme di povertà, nel quale l’elemento del   recupero e della valorizzazione dei beni invenduti rappresenta proprio uno dei   mezzi per fornire un aiuto alle fasce più indigenti della popolazione”. “Data l’importanza e l’attualità di questo provvedimento e del tema trattato –   concludono Motta e Ferrari – abbiamo deciso di inviare il testo di legge anche   al Santo Padre, che nei suoi discorsi ha spesso affrontato le questioni della  povertà, della disuguaglianza, dello spreco alimentare e invocato una   maggiore giustizia sociale, all’Arcivescovo di Torino Cardinal Nosiglia che   quotidianamente si adopera a favore dei più deboli e degli emarginati”.