A fine 2014 il sistema imprenditoriale astigiano conta 24.370 imprese iscritte nel Registro delle Imprese, 404 in meno rispetto al 2013. E’ il quarto anno consecutivo che il bilancio anagrafico chiude in negativo. A fronte di 1.383 nuove iscrizioni si sono registrate 1.787 cessazioni, corrispondenti ad un tasso di sviluppo del -1,6%. Se prendiamo come riferimento l’ultimo decennio, la perdita di imprese raggiunge 2.847 unità, pari ad una flessione del 10,5 per cento. “La debolezza del sistema può essere imputata, almeno in parte, alla forte consistenza di imprese individuali: sono il 67% del totale, il dato più alto in Piemonte – segnala Mario Sacco, presidente della Camera di Commercio di Asti – le società di capitale sono appena il 10%, ma fortunatamente il trend si sta invertendo. Se osserviamo l’evoluzione degli ultimi 10 anni, si rileva infatti una costante crescita delle società di capitale (+33,6%) e di altre forme giuridiche quali le cooperative e le società consortili (+26%), prova della graduale trasformazione del sistema imprenditoriale verso strutture organizzative più articolate”. A livello settoriale, il turismo ha registrato la migliore performance con un saldo positivo di 27 unità rispetto al 2013 (+1,9%). Se guardiamo all’ultimo decennio sono circa 500 le nuove imprese ricettive e della ristorazione (+52,7%). Dati in crescita anche per i servizi: +1,5% rispetto al 2013 e +22,3% negli ultimi dieci anni. Il commercio segna una lieve flessione rispetto all’anno precedente (44 imprese in meno rispetto al 2013 pari a -0,9% e 364 in meno rispetto a 10 anni fa (-6,7%). Gli esercizi commerciali al dettaglio perdono 36 unità, quelli all’ingrosso 9 unità. L’agricoltura fa segnare un calo del numero di imprese del 5% rispetto all’anno precedente, dato che sale al 30% se si prende come riferimento l’ultimo decennio. Il ridimensionamento del numero delle imprese è dovuto ad un processo di riorganizzazione che vede l’accorpamento di piccole imprese marginali ad aziende più grandi e meglio strutturate, in grado di offrire prodotti di qualità e di soddisfare mercati sempre più esigenti. Le costruzioni perdono 45 unità (-1,2%). La contrazione risulta tuttavia più contenuta rispetto a quella registrata nell’anno precedente. Le attività manifatturiere presentano un saldo negativo di 67 unità (-3%). I comparti che evidenziano maggiore sofferenza sono quello metalmeccanico e l’industria del legno. Continua a ridimensionarsi il settore dei trasporti e magazzinaggio (-1,9%).   Fallimenti: 54 procedure concorsuali in un anno Le ripercussioni della crisi economica sul sistema imprenditoriale sono confermate dai dati relativi all’apertura di procedure concorsuali (fallimento e concordato). Nel 2014 sono state aperte 54 procedure, dato che risulta più che triplicato rispetto a cinque anni prima in cui i procedimenti erano stati 17.   Imprese artigiane: 83 in meno in dodici mesi Il comparto artigiano, con 6.454 imprese, rappresenta quasi un quarto del sistema imprenditoriale della provincia di Asti. Nel 2014 si sono iscritte 465 imprese a fronte di 548 cessazioni con un saldo negativo di 83 unità e un conseguente tasso di sviluppo pari a –1,3%. Il 46% delle imprese artigiane appartiene al settore delle costruzioni. Nel corso del 2014 il comparto ha registrato la perdita di 46 imprese, dato più confortante rispetto a quello del 2013 che evidenziava un calo di 143 unità rispetto all’anno precedente. Le imprese manifatturiere sono complessivamente 1.497 e rappresentano il 23% del totale; nel 2014 sono diminuite di 45 unità (-2.9%). Il settore terziario con 1.062 imprese iscritte, ha registrato un incremento di 14 unità rispetto al 2013 (+1,3%). Le attività che evidenziano un andamento positivo sono quelle di noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese che ammontano complessivamente a 230 unità, 18 in più rispetto all’anno precedente. Anche le attività di autoriparazione di veicoli e motocicli hanno registrato un saldo positivo per 7 unità, il 2% in più rispetto al 2013. Le imprese di trasporto continuano a diminuire passando da 318 a 306 unità (-3,8%).   Le imprese straniere aumentano (+118) La presenza straniera nel sistema produttivo astigiano è in costante crescita. Le imprese a titolarità straniera a fine 2014 sono complessivamente 2.127, 118 in più rispetto all’anno precedente. In controtendenza con la dinamica generale, l’imprenditoria straniera continua a crescere: negli ultimi 4 anni le imprese sono aumentate di 217 unità. I principali settori di attività in cui operano gli stranieri sono l’edilizia (764 unità, oltre un terzo del totale, +4,5% rispetto all’anno precedente), il commercio (589 unità, incidenza del 27,7% sul totale, +6,9% rispetto al 2013), le attività di servizi (222 unità, 10,4% del totale +6,2% rispetto al 2013), le attività agricole (174 unità, 8,2%, invariate rispetto all’anno precedente), la ristorazione (151 unità, 7,1%, +13,5% rispetto all’anno precedente). Gli imprenditori stranieri al di sotto dei 35 anni sono 662 e rappresentano circa il 25% del totale. Gli imprenditori extracomunitari più numerosi sono albanesi (548, quasi il 20% del totale), marocchini (502, 18%), macedoni (193, 7%), svizzeri (102, 3,7%), cinesi (90, 3,3%). In ambito comunitario la Romania è il primo Paese con 390 imprenditori (14%), seguita dalla Germania (91, 3,3%) e dalla Francia (85, 3,1%).   Imprese: 1 su 10 è condotta da giovani under 35 Su un totale di 24.370 imprese, 2.260 sono condotte da giovani con meno di 35 anni. Rispetto al 2013 si registra una flessione del 3,6%. L’incidenza dell’imprenditoria giovanile sul totale delle imprese è del 9,3% (quasi una su 10) e risulta lievemente al di sotto della media piemontese (10,1%) e nazionale (10,6%). I settori di attività che contano il maggior numero di imprese condotte da giovani sono le costruzioni con 517 imprese (22,9%), il commercio (513 imprese, 22,7%), i servizi (446 imprese, 20%), l’agricoltura (341, 15,1%), le attività ricettive e della ristorazione (186, 8,2%), le attività manifatturiere (131, 5,8%).   Le imprese femminili soffrono di più (-8,2%) Le imprese condotte da donne a fine 2014 sono 5.600, l’8,2% in meno rispetto all’anno precedente. Raffrontando il dato con l’andamento del sistema imprenditoriale in generale, si osserva una contrazione delle imprese femminili superiore di 6,6 punti percentuali, segno di una maggiore sofferenza alla crisi economica. L’imprenditoria femminile rappresenta tuttavia il 23% del sistema imprenditoriale astigiano. La provincia di Asti si colloca al secondo posto in Piemonte per incidenza delle imprese rosa, preceduta da Alessandria (23,5%) e al di sopra della media regionale (22,1%) e nazionale (21,6%). Gli ambiti di attività in cui la presenza femminile è più forte sono l’agricoltura (1.937 imprese, 34,6%), il commercio (1.301 unità, 23%), i servizi (1.287 unità, 23%), le attività ricettive e della ristorazione (464 esercizi, 8,3%), le attività manifatturiere (285 imprese, 5,1%).   Congiuntura primo trimestre 2015: produzione metalmeccanica in calo del 5,4% L’indagine congiunturale sull’industria manifatturiera piemontese, condotta trimestralmente da Unioncamere Piemonte, evidenzia per la provincia di Asti una situazione ancora incerta. Le industrie metalmeccaniche che nei primi due trimestri del 2014 avevano evidenziato dati in crescita hanno registrato un graduale calo di produzione ad iniziare dal 3° trimestre 2014 (-0,8%) fino al 1° trimestre 2015 (-5,4%). Anche l’industria delle bevande evidenzia, nel 1° trimestre 2015, un calo di produzione del 2,8%. In miglioramento invece le performance delle industrie chimiche e della gomma (+3,1%), così come la media produttiva degli altri settori (materiali da costruzione, legno, carta, stampati, editoria e tessile abbigliamento) che evidenziano una crescita media dell’1,2%. Gli ordinativi interni registrano una flessione del 3,4%, non compensato neppure dal mercato estero in calo del 5,6%. Il fatturato fa rilevare una variazione pari a -1,8% rispetto al 1° trimestre 2014. La situazione occupazionale che aveva segnato un calo del 7,9% nell’ultimo trimestre 2014, appare stabile (+0,25%). Le previsioni degli operatori per il periodo aprile-giugno 2015 evidenziano un clima di incertezza. Per quanto riguarda la produzione il 53,1% degli intervistati prevede stazionarietà ed il saldo tra le previsioni di aumento e diminuzione è di -1,9%. La previsione sugli ordinativi per il mercato interno permane negativa con un saldo di opinione di –3,9%. Più ottimiste le aspettative sul fronte della domanda estera con un saldo di opinione positivo per il 20,3% degli intervistati. La fiducia in un incremento dei volumi delle esportazioni è avvalorata dal calo dei tassi di cambio euro/dollaro che renderà i nostri prodotti più competitivi favorendo gli scambi con l’estero, in particolare con l’area dollaro.   L’occupazione cresce: +1,5 % a fine 2014 Secondo la rilevazione ISTAT sulle Forze di Lavoro, in provincia di Asti nell’anno 2014 gli occupati sono 89.000, l’1,5% in più rispetto all’anno precedente. Il tasso di occupazione (rapporto tra occupati e la corrispondente popolazione di riferimento) è pari al 63,2% e colloca Asti al 4° posto nella classifica regionale preceduta dalla provincia di Cuneo che, con un tasso di occupazione del 67,1% occupa il primo posto, Biella (65%) e Verbano Cusio Ossola (63,7%). Seguono le province di Vercelli (62%), Torino (61,4%) e Novara e Alessandria pari merito (60,9%). Dal confronto con la situazione nazionale e regionale, il dato della provincia di Asti risulta di 7,5 punti al di sopra della media italiana (55,7%) e lievemente superiore alla media piemontese (62,4%). Il settore terziario dà lavoro a 51.500 addetti, pari al 58% del totale, di questi ben 17 mila sono impiegati nel commercio, nella ristorazione e nelle attività ricettive e 34.500 nelle altre attività di servizi. L’industria dà occupazione a 31.400 lavoratori di cui 22.000 impegnati in attività manifatturiere e 9.400 nell’edilizia. Rispetto all’anno precedente la variazione è minima: +1%. L’agricoltura impegna 6.100 unità lavorative (+6% su 2013). L’incidenza degli occupati in questo settore sul totale delle forza lavoro è pari al 7%, il dato più elevato in Piemonte, dopo Cuneo (10%). I lavoratori dipendenti rappresentano il 68,2% del totale, il restante 31,8% è costituito da imprenditori e lavoratori autonomi. Nel panorama piemontese la provincia di Asti si pone al 2° posto, dopo Cuneo, per incidenza di lavoro indipendente. Rispetto alla popolazione maschile in età da lavoro, gli occupati sono il 70,2% mentre tra le donne il tasso scende al 56,1%. L’andamento provinciale è in linea con la media regionale, ma superiore a quella nazionale di circa 5 punti percentuali per gli uomini e di quasi 10 punti per le donne.   Disoccupazione: 1 giovane su 2 non lavora e non studia Le persone in cerca di occupazione sono 10.400, 1.100 in più rispetto all’anno precedente. Il tasso di disoccupazione sale così al 10,5%, il più alto registrato negli ultimi dieci anni: nel 2005 si attestava al 5%, meno della metà del dato attuale. Tra le province piemontesi che registrano una più bassa incidenza di disoccupati troviamo al primo posto Cuneo (5,3%), seguita dal Verbano-Cusio-Ossola (7,3%) e da Biella (10,4%). Asti si colloca al quarto posto, seguita Vercelli (11,1%), Novara (11,3%), Torino (12,9%) e Alessandria (13,4%). Nonostante il costante incremento della disoccupazione nel corso degli ultimi 10 anni, Asti registra un rapporto lievemente inferiore alla media regionale (11,3%) e nazionale (12,7%). Grave la situazione tra i giovani: nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni il tasso di disoccupazione è salito in un anno di oltre 5 punti, arrivando al 43,1%. In media quindi 1 giovane su due non lavora e spesso non frequenta corsi di studio o di apprendistato: crescono così i NEET (Not engaged in education employment or training). Nella fascia tra i 25 e i 34 anni i giovani disoccupati sono il 15,3%.   Cassa integrazione: +20% nel primo trimestre 2015 Secondo i dati Inps, nel 2014 le ore di cassa integrazione guadagni (CIG) autorizzate in provincia di Asti ammontano complessivamente a 3.152.975, il 29,3% in meno rispetto all’anno precedente. Il primo trimestre 2015 fa registrare un aumento del ricorso alla cassa integrazione del 20% rispetto all’analogo trimestre dell’anno precedente. Le ore complessivamente concesse ammontano a 963.000, il 90% delle quali è suddiviso in misura pressoché uguale tra CIG ordinaria e straordinaria; il restante 10% si riferisce alla cassa integrazione in deroga.   Export: bene il settore enomeccanico (+6,9%) e quello della chimica-gomma-plastica (+ 11,6%) Nel 2014 il valore delle merci esportate è stato di 1 miliardo e 468 milioni di euro, il 2% in più rispetto all’anno precedente. La crescita è in linea con la media nazionale e leggermente al di sotto della media regionale (+3,3%). In termini di valore, il settore predominante è quello metalmeccanico: con 864,8 milioni di euro di esportazioni, pari quasi al 60% del totale, registra un incremento del 2,6% rispetto all’anno precedente. In questo contesto il comparto dell’enomeccanica riveste un ruolo di primaria importanza registrando un volume di affari con l’estero di 389 milioni di euro ed un incremento del 6,9% rispetto al 2013. Al secondo posto troviamo i prodotti alimentari e le bevande con un valore complessivo di export pari a 331,5 milioni di euro, in calo del 3,2% rispetto all’anno precedente. Le bevande (vino, spumanti e liquori) con un fatturato all’esportazione di 238,4 milioni di euro, registrano un calo del 5%, ed incidono sul totale dell’export alimentare nella misura del 72% circa. Il settore chimica-gomma-plastica, terza voce dell’export con un fatturato di 165,5 milioni di euro, registra una crescita media dell’11,6%. Il volume di esportazioni di prodotti tessili ed abbigliamento ammonta a 24,4 milioni di euro e fa segnare una riduzione rispetto al 2013 del 13,1%. Analizzando la destinazione, il più importante bacino di riferimento per la provincia di Asti è l’Unione Europea che assorbe il 71,2% del fatturato estero con 1 miliardo e 45 milioni di euro, lo 0,9% in meno rispetto all’anno precedente. I principali partner commerciali sono la Germania che nel 2014 ha acquistato merci per 257 milioni di euro, pari al 17,5% dell’export totale (-2,2% rispetto all’anno precedente), la Francia verso cui vengono esportate merci per 233,9 milioni di euro (-6,1%), il Regno Unito (127,7 milioni di euro, +2,4%), la Polonia (81,7 milioni di euro, +32%) e la Spagna (74 milioni di euro, +4,5%). In area Extra UE, il continente americano è il più importante acquirente, con 160,7 milioni di euro (+0,8%). Le esportazioni verso gli Stati Uniti ammontano a 111,4 milioni di euro, il 60% dei quali riferiti a vini e bevande. In area asiatica le vendite di prodotti “made in Asti” ammontano a 100,8 milioni di euro: Cina (26,8 milioni di euro, +33,1%), Giappone (15 milioni di euro, +2,7%) e India (11,7 milioni di euro, +276,6%) sono i principali partner commerciali. Le vendite dirette verso l’Africa, valutate 47 milioni di euro, sono cresciute del 5,2%. I Paesi che nel 2014 hanno incrementato maggiormente le importazioni dalla provincia di Asti sono la Polonia (+32,2%, principalmente macchinari ed apparecchiature), la Turchia (+59% prodotti chimici ed elettromeccanici), la Cina (+33,1%, prodotti dell’elettromeccanica).   Il turismo: crescono i posti letto extralberghieri Continua a crescere l’offerta ricettiva della provincia di Asti. A fine 2014 gli esercizi sono complessivamente 543 per un totale di 7.161 posti letto, il 3,6% in più rispetto all’anno precedente. Il 30% dei posti letto fa capo agli alberghi ed il restante 70% è riferito a strutture extralberghiere, agriturismi, affittacamere, bed & breakfast che negli ultimi anni sono sensibilmente aumentati. Nel 2014 sono nati 14 nuovi esercizi extralberghieri, mentre è rimasto invariato il numero degli alberghi. La Camera di Commercio ha certificato con il marchio “Ospitalità Italiana” circa 200 imprese tra alberghi, ristoranti, agriturismi e bed & breakfast. Il 2014 registra dati in crescita anche per i flussi turistici. Gli arrivi sono stati complessivamente 119.285, l’8,1% in più rispetto all’anno precedente, e le presenze 292.918 (+9,5%). Il 56,6% degli arrivi e il 49,5% delle presenze si riferisce a italiani. Rispetto all’anno precedente si riscontra un incremento dei visitatori italiani rispettivamente dell’11,4 e 16,7%. Per quanto riguarda gli arrivi e le presenze di stranieri l’incremento è nell’ordine del 4,1% e del 3,2%. Rispetto ai Paesi di provenienza il primato è della Svizzera con circa 12.500 visitatori, seguono la Francia con 7.000 arrivi, la Germania con 6.800, il Regno Unito con 2.560. Per quanto riguarda i Paesi extraeuropei, i visitatori più numerosi sono statunitensi (2.041). Il tempo medio di permanenza è di 2,5 giorni, lievemente al di sopra della media registrata nel 2013 (2,4 giorni). I visitatori stranieri trascorrono mediamente più tempo nell’Astigiano dei turisti italiani (2,9 giorni a fronte di 2,1).