exportNei primi sei mesi del 2013, il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 20,4 miliardi di euro registrando un incremento del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2012. La performance realizzata dall’export regionale è di segno opposto rispetto al dato complessivo nazionale, che risulta in calo dello 0,4% rispetto al periodo gennaio-giugno 2012. La dinamica tendenziale dell’export nazionale nei primi sei mesi dell’anno è la sintesi della flessione delle vendite all’estero registrate per l’Italia insulare (-13,8%), meridionale (-6,0%) e nord-occidentale (-0,2%) e dei risultati positivi conseguiti dai territori dell’Italia centrale (+2,8%) e nord-orientale (+0,8%). Il Piemonte si conferma, anche nei primi sei mesi del 2013, la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,5% delle esportazioni complessive nazionali (incidenza in lieve aumento rispetto a quella rilevata nello stesso periodo del 2012, quando era pari al 10,2%). Tra le principali regioni esportatrici, il Piemonte ha messo a segno la performance migliore: la Lombardia, prima regione esportatrice in Italia, ha registrato una sostanziale stazionarietà del valore delle merci esportate (-0,1%), mentre il Veneto e l’Emilia Romagna, rispettivamente secondo e terzo territorio per importanza rivestita sulle esportazioni italiane, hanno realizzato incrementi prossimi al punto percentuale (+1,1% e +1,4%).   “L’export continua a sostenere il sistema produttivo piemontese in un contesto caratterizzato da una persistente debolezza della domanda interna. Nei primi sei mesi del 2013 infatti le vendite piemontesi all’estero sono cresciute del 2,1%, mettendo a segno un risultato migliore di quello nazionale (-0,4%). A trainare la crescita sono state le eccellenze produttive del nostro territorio, in primis i mezzi di trasporto e i prodotti alimentari – commenta Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte –. La dinamica positiva è frutto anche del continuo impegno del sistema istituzionale piemontese a supporto dell’internazionalizzazione del tessuto imprenditoriale locale. Sono particolarmente orgoglioso di ricordare come, a partire da gennaio, oltre 2mila imprese piemontesi abbiano aderito ai Progetti integrati di mercato e di filiera del Piano strategico per l’internazionalizzazione di Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte. Questa partecipazione, insieme ai risultati dell’export che diffondiamo oggi, dimostra l’importanza di un supporto coordinato ed efficace a favore delle imprese sui mercati esteri”. La crescita dell’export piemontese non ha interessato tutti i comparti. Il settore dei mezzi di trasporto, primo per importanza rivestita sulle esportazioni regionali con una quota del 22,4%, ha messo a segno la performance migliore, registrando un aumento del 10,0%: tale dinamica scaturisce dall’incremento delle esportazioni sia di componenti autoveicolari che di autoveicoli. Di segno opposto è risultata la variazione tendenziale realizzata dalle esportazioni della meccanica che, con una quota del 20,0% sul totale regionale, hanno scontato una flessione del 4,6% rispetto al I semestre 2012. È negativa anche la dinamica delle vendite all’estero di metalli e prodotti in metallo (-5,2%). Si segnalano, per contro, la brillante performance messa a segno dall’export di prodotti alimentari (+6,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e l’aumento delle vendite sui mercati esteri dei prodotti del tessile-abbigliamento regionale (+2,4%).   Per quanto riguarda i mercati di sbocco delle merci piemontesi, il bacino dell’Ue 28 ha attratto il 58,0% dell’export regionale, contro il 42,0% dei mercati extracomunitari. Anche se i Paesi dell’Unione europea continuano a costituire la principale area di destinazione delle vendite all’estero dei prodotti piemontesi, la quota detenuta dall’area comunitaria appare in ulteriore ridimensionamento rispetto al periodo gennaio-giugno 2012, quando si attestava al 61,0% di quelle complessive. Tale ridimensionamento è il frutto della performance negativa manifestata dalle vendite piemontesi dirette ai partner comunitari (-2,9%). È risultata, invece, decisamente più brillante la dinamica dell’export verso i Paesi extra-Ue 28 (+10,1%).