Nei primi tre mesi del 2013, il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 9.835,7 milioni di euro registrando un incremento dell’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2012. La crescita si contrappone a un dato medio nazionale che risulta in diminuzione (-0,7%). La contrazione delle esportazioni ha riguardato in particolar modo l’Italia insulare (-9,7%) e meridionale (-6,0%), mentre è stata meno intensa per le regioni nord-orientali (-0,8%). Le regioni dell’Italia nord-occidentale si sono contraddistinte per una situazione pressoché stazionaria (+0,0%), mentre quelle dell’Italia centrale registrano una crescita media del +2,2%. Il Piemonte si conferma, anche nel periodo gennaio-marzo 2013, la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,4% delle esportazioni complessive nazionali (incidenza lievemente superiore rispetto a quella rilevata nello stesso periodo del 2012, quando era pari al 10,2%). Tra le principali regioni esportatrici, solo il Piemonte ha registrato una performance di segno positivo e migliore rispetto a quella nazionale. Il Veneto si contraddistingue per una situazione di sostanziale stabilità (+0,2%), mentre la Lombardia e l’Emilia Romagna hanno registrato una diminuzione (-0,6% per entrambe). “L’export piemontese continua a mantenersi di segno positivo, anche in un contesto nazionale in cui prevale il segno meno, con performances poco brillanti da parte delle altre principali regioni esportatrici. L’impegno del Sistema camerale piemontese a favore dell’internazionalizzazione continua a strutturarsi sempre di più, grazie ad iniziative quali gli Sportelli ‘World pass’ presso le Camere di commercio di tutta Italia e i Progetti integrati di mercato e di filiera del Piano strategico di Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte, per portare all’estero in maniera più coordinata ed efficace le imprese del territorio – commenta Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte -. La debole crescita dell’export piemontese evidenzia, tuttavia, come le esportazioni non possano più, da sole, trainare la ripresa, tanto più in un contesto di rallentamento dell’intera Unione Europea. Sono sempre più necessari, quindi, investimenti nei Paesi ad alto potenziale di crescita associati a interventi a sostegno della domanda interna”. La crescita dell’export piemontese non ha interessato tutti i comparti: la meccanica, che genera il 19,9% delle esportazioni complessive ha registrato, infatti, una contrazione del valore delle merci esportate (-4,0%), Positiva, invece, la performance degli altri principali settori: il tessile-abbigliamento (+1,3%) ha registrato una variazione in linea con il dato medio regionale; il comparto dei trasporti (primo per importanza rivestita sulle esportazioni complessive) ha realizzato, un incremento più sostenuto (+2,9%), scaturito dall’aumento delle vendite all’estero sia di autoveicoli (+4,8%) che di componenti autoveicolari (+3,9%). Anche i metalli e l’alimentare, rispettivamente terzo e quarto settore per quota detenuta sull’export complessivo, hanno manifestato una dinamica brillante, incrementando il valore delle merci esportate del 4,1% e del 6,3% rispetto ai primi tre mesi del 2012. Per quanto riguarda i mercati di sbocco delle merci piemontesi, il bacino dell’Ue 27 ha attratto il 58,8% dell’export regionale, contro il 41,2% dei mercati extracomunitari. Anche se i Paesi dell’Unione europea continuano a costituire la principale area di destinazione delle esportazioni piemontesi, la quota detenuta dall’area comunitaria appare in ulteriore ridimensionamento rispetto al periodo gennaio-marzo 2012, quando si attestava al 62,9% di quelle complessive. Tale ridimensionamento è il frutto della performance negativa manifestata dalle vendite piemontesi dirette ai partner comunitari (-5,4%). È risultata, invece, decisamente più brillante la crescita dell’export verso i Paesi extra-Ue 27 (+12,6%).