MASSIMO FIORIO - gazzetta d'astiTorna in primo piano l’annosa questione dei rimborsi Inps e Inail alle aziende alluvionate nel 1994. A seguito delle iniziative intraprese dal deputato Massimo Fiorio, lunedì 7 ottobre a Palazzo Chigi si terrà un incontro con il ministro per la Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Patroni Griffi, e i rappresentanti di Confindustria. Obiettivo: delineare una soluzione alla delicata questione. Fiorio, che sarà presente alla riunione, nei mesi scorsi aveva tra l’altro presentato una risoluzione per impegnare il Governo a difendere le aziende alluvionate davanti alla Commissione Europea. Quest’ultima, considerando aiuti di Stato le provvidenze riconosciute in passato alle aziende alluvionate, nei mesi scorsi aveva aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia. “Un comma della legge finanziaria 2004 – ricorda Fiorio – prevedeva che le aziende alluvionate che non avevano pagato i contributi previdenziali dal 1995 al 1997 potessero sanare la propria posizione versando solo il 10% del dovuto. Per estensione, quelle che, in quegli stessi anni, avevano pagato l’intera somma, avrebbero avuto diritto al rimborso del 90%: si sarebbe così determinato un trattamento equo fra le imprese alluvionate. Ma questa interpretazione venne da subito respinta dagli enti previdenziali, costringendo le aziende a intentare cause civili per vedersi riconosciuto il rimborso”. In tutti i gradi di processo (dal primo alla Cassazione), i giudici hanno sempre dato ragione agli alluvionati e in molti casi l’Inps e l’Inail hanno già rimborsato le aziende. “Ma tutto si è fermato quando a seguito della richiesta di un giudice di Cuneo – sottolinea Fiorio – la Commissione Europea ha giudicato la concessione delle provvidenze disposta dalla Finanziaria come aiuti di Stato. La questione è delicata, resa ancora più drammatica dall’attuale crisi economica: riguarda centinaia di aziende delle province di Asti, Cuneo, Alessandria e Vercelli che dovrebbero restituire i contributi ricevuti. Alcune di loro si troverebbero a versare centinaia di migliaia di euro, rischiando di veder compromessa la loro stessa sopravvivenza”.