Si è aperta in questi giorni, acceso dalle norme della manovra-bis, il dibattito sul destino territoriale delle Province piemontesi e dei comuni. “Il tema è assolutamente rilevante – scrive in una nota stampa Massimo Fiorio, PD –  ma rischia di assumere un profilo paradossale in cui  ognuno si sente una specie di commissario tecnico della nazionale di calcio ed esprime un proprio assetto territoriale. Ciò che emerge è che ragionare di questioni ordinamentali, di livelli istituzionali in un provvedimento economico è sbagliato perché non mette in conto questioni che esulano dall’eventuale e tutto da dimostrare risparmio dei costi”.
“In Parlamento – prosegue Fiorio – è ferma da un paio di anni la riforma della Carta delle autonomie, è quella la sede per discutere degli assetti istituzionali. Ciò è tanto più vero anche per quanto riguarda la fusione dei Comuni sotto i mille abitanti e il contestuale accorpamento progressivo delle funzioni per i Comuni sotto i 5000 mila abitanti (quest’ultima prevista nella manovra di luglio), due norme che rischiano di entrare in contrasto e di procurare del male ai cittadini.  C’è bisogno di uno stop o perlomeno di una pausa di riflessione che non pregiudichi rappresentanze democratiche e servizi erogati ai cittadini. Il Parlamento deve valutare con attenzione i rischi che corrono certe aree del Paese, il Piemonte in particolare. Per questo motivo i Parlamentari piemontesi al di là degli schieramenti politici devono fare squadra e ragionare per il bene del proprio territorio”.