GIORGIO GALVAGNODiscutere presto della possibilità di conservare Asti come capoluogo di provincia. L’ex sindaco Giorgio Galvagno si rivolge con una lettera aperta al suo successore Fabrizio Brignolo per chiedere entro fine mese la convocazione di un Consiglio comunale straordinario per discutere la situazione che secondo la normativa di recente entrata in vigore prevederebbe la soppressione della Provincia di Asti e il suo accorpamento ancora non si sa con chi. “In caso di perdita dello status di capoluogo di provincia – afferma Galvagno – i danni per Asti sarebbero rilevanti”. Tra i danni paventati dall’ex sindaco i principali sono la perdita, oltre che degli uffici a giurisdizione provinciale, delle articolazioni locali dei poteri centrali (Prefettura, Questura, Comandi provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza…).
Per rientrare nei parametri di popolazione e territorio necessari alla persistenza della Provincia, Galvagno indica come già pronto e a disposizione un progetto che porta avanti da anni: l’unione delle “terre del vino del Piemonte” (meglio noto come Enolandia). Il progetto che mira a riunire oltre al territorio astigiano anche quelli circostanti Alba, Acqui Terme, Casale Monferrato in una realtà omogenea e ben integrata, oltre a contribuire alla promozione di un prodotto d’eccellenza della nostra regione, costituisce oggi secondo l’ex sindaco “la condizione sine qua non per la sopravvivenza di Asti come città capoluogo”. Per portare avanti questa operazione sarebbero necessari tre passaggi fondamentali: individuare i confini di un territorio con 400 comuni e un milione di abitanti potenziali; incontrare gli amministratori locali e le forze economico – sociali per esporre loro i vantaggi derivanti dalla nuova situazione territoriale; istituire un comitato operativo espressione dell’amministrazione comunale per studiare i dettagli.

“Impediamo – chiosa Galvagno – che la miopia o l’inerzia di chi ora deve prendere una decisione costringa la nostra città a subire un progressivo e inevitabile declassamento”. Michele Cascioli