In 15 mila all'assemblea nazionale Coldiretti di Roma, 250 da Asti GAZZETTA D'ASTIAnche quest’anno si è  ritrovato al Palalottomatica di Roma. Il grande popolo con le bandiere gialle, per il quinto anno consecutivo, ha celebrato l’Assemblea Nazionale Coldiretti. Erano oltre 15mila, fra cui una nutrita delegazione di imprenditori agricoli dell’Astigiano, partiti in 250 su quattro pullman la sera prima da Asti. Un viaggio lungo e faticoso ma già all’ingresso del Palalottomatica l’ormai consueto sventolio delle bandiere Coldiretti e dei Tricolori, ha appagato ogni sacrificio per l’entusiasmo che ha saputo trasmettere anche agli astigiani guidati dal presidente provinciale Roberto Cabiale e dal direttore Antonio Ciotta. L’assise si è aperta con l’inno nazionale. A campeggiare su una gigantografia di un meraviglioso campo di grano, lo slogan “L’Italia che Vogliamo”. Coldiretti, dopo aver ridato speranza al mondo agricolo con tanti progetti di cambiamento, fissa dunque ora il suo futuro. Si prosegue dunque con convinzione sulla linea tracciata dall’Organizzazione, per altro ormai seguita anche da buona parte del mondo economico e politico-istituzionale. Non a caso all’Assemblea sono intervenuti il procuratore Giancarlo Caselli, il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti e ben quattro Ministri. “Ci aspettiamo – sottolinea Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti – che il mondo politico sappia cogliere quanto di buono ha saputo proporre in questi ultimi anni il settore primario. In un momento di crisi generalizzato, l’agricoltura è l’unico settore a far registrare un aumento dell’occupazione, un incremento del Pil e un’importante crescita delle esportazioni”.

Nel suo intervento il presidente nazionale Sergio Marini anche quest’anno ha tracciato la linea futura dell’Organizzazione: “Vent’anni fa, tutti noi, – ha detto Marini – ci sentivamo un peso per la collettività; ci dicevano che dovevamo diventare grandi per competere col resto del mondo e per non scomparire. Invece siamo ancora qui e quelle che ci dicevano essere le nostre debolezze, oggi, sono diventate la nostra forza. Dobbiamo essere orgogliosi di quanto abbiamo fatto, dobbiamo continuare ad avere coraggio, tutti insieme, e continuare ad andare controcorrente”.

E alla fine ad uno ad uno, i quattro ministri hanno accolto le richieste di Sergio Marini: sulla politica agricola comunitaria, sull’applicazione della semplificazione, sull’abolizione dell’IMU e sulla firma del decreto di salvaguardia per opporsi agli Ogm.