La crisi continua a rallentare, senza tuttavia arrestare la vivacità del sistema imprenditoriale piemontese. In base ai dati del registro delle imprese delle Camere di commercio piemontesi, che rappresentano da sempre un punto di osservazione privilegiato dell’economia locale, nel bimestre luglio-agosto 2012 a fronte di 3.458 iscrizioni ci sono state 3.123 cessazioni, per un saldo positivo pari a 335 imprese, che si traduce in un tasso di crescita dello 0,07%.   “La crisi sta progressivamente erodendo la capacità di resistenza di tantissime nostre imprese, anche se non spegne la voglia d’impresa di tanti piemontesi. L’elevato numero di cessazioni e, soprattutto, il rallentamento della dinamica espansiva registrato nella nostra regione nel periodo estivo suona come un campanello d’allarme delle condizioni difficili in cui sta vivendo il Paese e dello stato d’animo di incertezza dei nostri imprenditori. In questo contesto, si rendono ancora più urgenti le misure per la crescita che il Governo ha in programma di attuare, anche con l’obiettivo di ridare fiducia ai cittadini e agli imprenditori” ha commentato il presidente di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello.   Lo stock di imprese registrate in Piemonte a fine agosto 2012 è di 464.222. Il tasso di crescita regionale è risultato inferiore sia a quello del nord-ovest sia a quello italiano, dimostrandosi, inoltre, più contenuto rispetto allo stesso periodo del 2011.   A livello territoriale cinque province su otto hanno registrato un tasso di crescita positivo, per quanto estremamente contenuto. Il capoluogo regionale ha realizzato il risultato migliore, seguito da Novara, Alessandria, Asti e Vercelli. Il saldo tra iscrizioni e cessazioni si dimostrato, invece, negativo per i Biella, Cuneo e il Verbano Cusio Ossola.