Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del presidente di Confartigianato Asti Biagio Riccio al ministro delle finanze Giulio Tremonti.

“Stimatissimo Prof. Tremonti,

mi rivolgo a lei per chiederle aiuto in alcune spinose questioni che ci disturbano profondamente. Nel ringraziare Lei, unitamente all’On. Maria Teresa Armosino, per aver ripristinato i codici di compensazione all’agenzia delle entrate, permettendo così ai nostri installatori artigiani di impianti di trasformazione da benzina a gas, di fruire dei crediti di imposta maturati dagli incentivi statali che riguardavano tale settore, sono nuovamente a tediarla per due ragioni altrettanto importanti.
La prima, riguarda la famigerata legge 194, una legge iniqua e mal assemblata da un raccordo normativo alle direttive europee, normative che ben poco hanno a che spartire con quanto prodotto in questa legge. Non si capisce bene come un Apicoltore, debba pagare circa 500 euro i contributo all’Asl locale affinché un ben addestrato ispettore, monitorizzi cosa e dove le api si riforniscano di cibo, seguendole, diciamo, una giornata intera, per poter certificare l’assenza di contaminanti nel loro cibo. Non vorrei mai che i graziosi insetti, disturbati da tale presenza, sentendosi spiati, utilizzassero le armi in loro possesso, mettendo così  a rischio l’incolumità di cotanto ispettore che tanto ci costerebbe formare.  
Rilevo anche una forte contraddizione, nel fatto che il mio associato Apicoltore, che possiede una decina di arnie, con un volume d’affari intorno a 10.000 euro, paghi l’esosità di 500 euro e la Barilla Spa, sia tenuta a pagarne poco più di 1000. A qualche funzionario romano sono antipatiche le bestiole e simpatici i bucatini ?
Ma la domanda principale è per quale motivo i coltivatori diretti hanno avuto l’esenzione per le piccole attività e gli artigiani no ? I numeri ci dicono che a livello di PEL, siamo proprio noi quelli che tirano la carretta Italia, anche se non abbiamo goduto della smisurata generosità pubblica che invece i cugini agricoltori, storicamente, usufruiscono.
Ed ancora, le potrei rammentare, che tutte le porcherie sull’alimentazione animale, ben poco hanno a  ? ? ? ? ? ? ?
che spartire con la nostra nazione, che tanti difetti ha, ma che conta su di un esercito di piccoli imprenditori seri che mai si sognerebbero di avvelenare qualcuno ma anzi, sono orgogliosi di dare quanto producono ai loro figli.
La seconda riguarda la Fiat. Tanto si è parlato di quanto importante è la permanenza dell’automotive per il paese, le maestranze e l’indotto. Ma su quest’ultimo ci si sofferma sempre troppo poco. E’ inutile, anzi, è dannoso per gli artigiani, continuare a lavorare per un’industria che non vuole pagare. Se veramente il Dott. Marchionne vuole dare una mano, cominciamo dai pagamenti. Oggi si attestano ad almeno 240 giorni lavorativi ma sovente si prolungano ben oltre massacrando finanziariamente un comparto, che è il serbatoio tecnologico di tutta la filiera.  
La Fiat produrrà in Italia appena il 10/12% della sua produzione, e a suo dire, sarà la produzione d’immagine. Vorrebbe cortesemente agevolarci un incontro in sua presenza, affinché il metalmeccanico Astigiano, settore che conta ben 6000 occupati, possa programmare una nuova stagione di collaborazione, dove la genialità dei nostri imprenditori sia di compendio alla grande industria, in maniera di produrre ad alto valore aggiunto e soprattutto, dopo anni di grigiore, farci tornare orgogliosi di partecipare. 
La Fiat, ha delle professionalità magnifiche, un ottimo centro ricerche e sapendo costruire una Ferrari, ha ben poco da invidiare ai suoi competitor. Ma il Dott. Marchionne sa, che alla fine Mirafiori e un grosso centro di assemblaggio dove convergono le produzioni di migliaia di micro e piccole aziende, e che il prodotto finale è strettamente legato alla qualità dei singoli componenti. Noi siamo pronti.
Ebbene, signor Ministro, proprio perché sino ad oggi con il suo operato, la carretta è rimasta in piedi, ci aiuti affinché la carretta, lentamente si rimetta in movimento, abbandonando la staticità, che un branco di delinquenti finanziari, impuniti e senza recinti, l’hanno costretta”. ? ?
Il Presidente
(Biagio Riccio)