Cambio della guardia alla guida di Rifondazione Comunista ad Asti. Nicolò Ollino, classe 1989, è stato eletto ieri sera nuovo segretario provinciale del partito subentrando a Massimo di Antonio. Eletti nel nuovo direttivo anche Davide Corona (presidente comitato politico federale), Edoardo Romito, Gian Emilio Varni, Simone Laiolo (tesoriere provinciale), Carlo Vitali, Luca Rondoletti, Giancarlo Dapavo e Gianmarco Coppo. La candidatura di Ollino, coordinatore uscente dei Giovani Comunisti italiani, è stata sostenuta a gran voce da esponenti dei sindacati (Fiom in particolare), sigle ambientaliste, giovani, e numerosi “compagni” storici del partito.
L’ascesa di Ollino è solo l’ultimo atto di una profonda spaccatura all’interno di Rifondazione, iniziata con il niet all’approvazione del documento “Prospettiva per il Prc ad Asti” dell’allora segretario Di Antonio, sostenuto da Rosario Ragusa, Luisa Rasero e altri cinque dirigenti. Il documento,  presentato nei giorni scorsi durante il congresso provinciale, aveva invece incassato il consenso di 14 delegati tra cui Edoardo Romito, Davide Corona, Simone Laiolo (Circolo Vinchio – Val Tigliole, Giancarlo Dapavo (responsabile Legambiente Asti) e lo stesso Ollino. In esso veniva criticata la linea sostenuta da buona parte della dirigenza del PRC nell’ultimo periodo, che sotto la reggenza di Di Antonio viene accusata di aver abbracciato una mentalità profondamente settaria, da “fortino assediato”, posizione che ha portato all’allontanamento di alcuni dirigenti di spicco come Giovanni Pensabene (candidato a sindaco per Rifondazione Comunista), Sergio Zappa e altri.
I due sono attivisti del “Circolo Valpreda”, aderente alla Fds, che ha sempre aspramente criticato le accuse rivolte dalla magistratura e dalla Cgil al suo ex segretario Fausto Cavallo, assolto lo scorso 7 aprile dall’accusa di estorsione dalla Corte d’Appello di Torino per insussistenza del fatto nel processo Trust. Cavallo, condannato in primo grado a 4 anni, era accusato di aver ottenuto dall’ex amministratore della Trust di Villanova una cospicua somma di denaro per “mitigare” le trattative sindacali e le tensioni che si erano venute a creare nell’azienda.
Il processo Cavallo ha rappresentato implicitamente il casus belli in Rifondazione Comunista, con Di Antonio mostratosi intransigente alla “questione morale” posta da  Enrico Berlinguer: “Siamo sempre stati corretti e unitari – dichiarò a La Stampa – ma sulla questione morale non si può transigere. Sono deluso dal modo in cui si è arrivati all’elezione degli organi dirigenti: “chi vince prende tutto” è da stile staliniano, più moderatamente berlusconiano”.
La linea politica presentata dal neo segretario Ollino tenta di riportare, pur senza barattare in alcun modo “la correttezza e assoluta trasparenza etica e morale che deve contraddistinguere l’azione politica di un partito comunista”, unitarietà nella sinistra comunista e antiliberista locale, tendendo una mano ai partner naturali della Federazione della Sinistra per una “più convinta e capillare collaborazione”, mantenendo tuttavia salda l’identità di Rifondazione.
Federazione della Sinistra e Rifondazione sono infatti, secondo Ollino, “due soggetti distinti ma che devono prendere consapevolezza del fatto che lavorando fianco a fianco possono essere più forti. Rifondazione può riprendersi la posizione politica che gli compete radicandosi e potenziando la presenza sul territorio mediante il recupero dei circoli persi negli ultimi anni e ponendo una crescente attenzione al tesseramento, dato in aumento da almeno tre anni, con un partito che a livello provinciale ritorna ai livelli di qualche anno fa con più di 100 iscritti”.
Ollino basa il raggiungimento di questi obiettivi sul ripensamento della comunicazione interna e verso l’esterno del partito, con una ritrovata dinamicità degli organi dirigenti e più iniziativa politica attiva.
Fabio Ruffinengo