È stato presentato oggi, lunedì 17 dicembre 2012, il X Rapporto sull’internazionalizzazione del Piemonte, monitoraggio dello sviluppo regionale sui mercati esteri, inteso come livello di proiezione commerciale, sociale e culturale, a cura di Unioncamere Piemonte.   Dopo i saluti del Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello, il Segretario Generale  di Unioncamere Piemonte Paolo Bertolino ha illustrato i principali dati contenuti nel rapporto.   Nonostante il repentino peggioramento della congiuntura internazionale, innescato dalle tensioni che si sono manifestate sui mercati dei debiti sovrani dell’area euro a partire dal II semestre 2011, e che ben presto si sono propagate all’economia reale dei principali Paesi periferici dell’euro-zona, il X Rapporto sull’internazionalizzazione mostra come l’interscambio commerciale piemontese di merci e servizi abbia mostrato un andamento nel complesso positivo, e come il Piemonte abbia continuato ad attrarre non soltanto investimenti, ma anche “cervelli” e nuove imprenditorialità provenienti dall’estero.   “Il Piemonte appare sempre più internazionalizzato e la via della crescita sostenuta anche dalle esportazioni rappresenta un driver strategico per lo sviluppo del nostro territorio da perseguire continuando a programmare politiche efficaci e misure ad hoc in grado di rafforzare la presenza e la credibilità delle nostre imprese sui mercati esteri. Le imprese piemontesi hanno manifestato, infatti, una capacità di resistenza alla crisi e di adattamento ai repentini cambiamenti di scenario, puntando sulla valorizzazione delle qualità delle proprie produzioni – commenta Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte –. Dobbiamo, quindi, continuare a lavorare con impegno per sostenere il nostro sistema imprenditoriale più internazionalizzato e, allo stesso tempo, dobbiamo lavorare al fine di ridurre tutti quegli ostacoli strutturali che rappresentano un peso oneroso per le nostre aziende”.       L’indice dell’internazionalizzazione del Piemonte è risultato pari a 17.098 punti, realizzando una variazione positiva del 12%rispetto al valore calcolato lo scorso anno, quando l’indice risultava pari a 15.257 punti.     Anche quest’anno, dunque, il grado di internazionalizzazione del territorio piemontese è risultato in aumento. L’incremento complessivo dell’indice è scaturito dalla dinamica positiva di entrambe le componenti (economica e sociale). Differente è risultata, però, l’intensità di tale crescita: l’indice di internazionalizzazione economica è cresciuto a un ritmo doppio (+15%) rispetto a quello di internazionalizzazione sociale (+7%).   Da lato economico, l’incremento è stato sostenuto in primo luogo da un crescente afflusso di capitali dall’estero: nel 2011 gli investimenti diretti esteri in Piemonte, al netto dei disinvestimenti, sono risultati pari a 3.573 milioni di euro, a fronte dei 733 del 2010. Anche l’interscambio di beni e servizi piemontesi con l’estero ha manifestato, nel 2011, una dinamica positiva: il valore delle esportazioni piemontesi di merci è aumentato del 12% circa rispetto al 2010, a fronte di un incremento del 10% delle rispettive importazioni. Ancor più sostenuto è apparso, inoltre, il ritmo di crescita delle esportazioni di servizi da parte della nostra regione, il cui valore è cresciuto del 14,3% rispetto al 2010 (le importazioni di servizi sono aumentate dell’1,7%). Anche il mercato del lavoro piemontese appare sempre più internazionalizzato, sia dal lato dell’imprenditorialità, che da quello del lavoro dipendente.   Anche l’incremento dell’indice di internazionalizzazione sociale è scaturito dalla dinamica positiva di tutti e tre gli indici elementari che lo compongono, primo tra tutti quello relativo alla formazione internazionale: nel 2011, infatti, gli stranieri sono arrivati a rappresentare il 6,9% degli iscritti universitari totali, a fronte del 6,2% dell’anno prima. Sempre più consistente risulta, inoltre, la presenza straniera tra i residenti in Piemonte: al 1° gennaio 2011 gli stranieri costituiscono l’8,9% della popolazione complessiva, quota in aumento rispetto all’8,5% dell’anno prima. Quanto all’attrattiva esercitata dal Piemonte sui turisti stranieri, l’indice valuta come la quota delle presenze straniere sul totale sia salita dal 34,2% del 2010 al 34,4% del 2011.  

Il Piemonte continua, inoltre, ad apparire più internazionalizzato della media italiana: posto pari a 100 il livello di internazionalizzazione complessivo dell’Italia, quello piemontese risulta superiore a quest’ultimo di oltre 25 punti percentuale. L’analisi dei diversi aspetti che concorrono a definire il grado di internazionalizzazione della nostra regione evidenzia, in primo luogo, la maggiore attrattività esercitata dai quattro atenei piemontesi sugli studenti universitari stranieri: il Piemonte conta, infatti, una quota di iscritti stranieri quasi doppia rispetto a quella del complesso degli atenei italiani. Il Piemonte si distingue, inoltre, per la più elevata incidenza della popolazione straniera sul totale della popolazione residente. Restando sul fronte sociale, il Piemonte perde, invece, il confronto con l’Italia relativamente alla capacità di attrarre turisti stranieri sul territorio regionale.     Il Piemonte si conferma più internazionalizzato dell’Italia anche con riferimento a tutti gli aspetti economici legati all’internazionalizzazione: il territorio regionale risulta maggiormente attrattivo per gli investitori esteri, si caratterizza per un più elevato grado di apertura agli scambi internazionali, sia di merci, che di servizi e per una più intensa partecipazione degli stranieri al mercato del lavoro.   Infine, il confronto tra il numero indice complessivo calcolato per il Piemonte e quelli ottenuti per le principali regioni competitors evidenzia come, anche quest’anno, esso presenti un valore superiore solo per la Lombardia. La superiorità relativa del territorio lombardo rispetto a quello piemontese appare, tuttavia, in contrazione rispetto agli anni precedenti.