Anche quest’anno, Unioncamere Piemonte ha sintetizzato in un unico indice di internazionalizzazione del Piemonte i numerosi tasselli che concorrono a misurare il livello di internazionalizzazione della nostra regione, con l’obiettivo di verificarne l’evoluzione nel tempo e di effettuare confronti territoriali con altre realtà regionali di riferimento. Nel 2014 l’indice di internazionalizzazione del Piemonte ha manifestato una dinamica positiva, con una crescita complessiva del 4% rispetto all’anno precedente. L’incremento complessivo è scaturito dall’ottima performance esibita dall’indice di internazionalizzazione economica, cresciuto del 5%, e dalla crescita più contenuta manifestata dalla componente sociale (+1%). “Il Piemonte conferma ancora una volta la sua vocazione all’internazionalizzazione, mostrando un’apertura verso l’estero superiore alla media italiana. A dispetto delle difficoltà congiunturali degli ultimi anni, la nostra regione ha infatti accresciuto la sua capacità di attrarre capitale sia umano che economico, con un incremento degli investimenti diretti esteri e della presenza di studenti stranieri nei suoi quattro Atenei. Le politiche di internazionalizzazione messe in campo dagli attori regionali e dal Sistema camerale in questi anni continuano quindi a dare i loro frutti, a vantaggio delle imprese e del territorio nel suo complesso – commenta Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte -. Il Piemonte si conferma locomotiva d’Italia anche sul fronte dell’export, cresciuto dell’8,7% nei primi nove mesi del 2015, a testimonianza della competitività del nostro ‘Made in’ sui mercati esteri e della necessità di continuare a tutelare e valorizzare le nostre produzioni con misure ad hoc”. Entrando nel dettaglio delle singole componenti, emerge come, sotto il profilo economico, il contributo maggiore sia arrivato dalla accresciuta capacità di attrarre investimenti diretti esteri: questa componente dell’indice è cresciuta, infatti, di circa 6 punti percentuale rispetto all’anno precedente. Anche la propensione al commercio internazionale si è confermata positiva (+2%), grazie alle esportazioni sia di merci che di servizi. Sul fronte del lavoro straniero, il risultato del 2014 ha evidenziato un incremento tendenziale dell’1%. Per quanto riguarda la sfera sociale, è stata l’attrattività del sistema universitario a dare il maggior impulso alla crescita dell’internazionalizzazione: è risultata in aumento, infatti, l’incidenza degli iscritti di cittadinanza straniera sul totale degli iscritti presso i quattro Atenei regionali (+3%). Una sostanziale stabilità ha caratterizzato, invece, la componente della popolazione straniera, che si è mantenuta in linea con quanto registrato l’anno precedente. Nonostante la crescita del numero di turisti complessivamente arrivati in Piemonte nel 2014, è apparso in leggera flessione il peso delle presenze di turisti stranieri sui flussi turistici totali: nel 2014 la quota è scesa al 39,4%, dal 39,8% del 2013. Anche nel 2014 il Piemonte continua ad apparire più internazionalizzato della media italiana: posto pari a 100 il livello d’internazionalizzazione complessivo dell’Italia, quello piemontese è risultato superiore di circa 32 punti. Sia in riferimento agli aspetti economici, sia sotto il profilo sociale, il Piemonte ha manifestato una maggiore propensione all’internazionalizzazione rispetto al Paese valutato nel suo complesso: i relativi numeri indice risultano, infatti, pari a 135,2 e 134,7. In particolare, per quanto riguarda gli aspetti economici legati all’internazionalizzazione, il territorio piemontese risulta maggiormente attrattivo per gli investitori esteri e si caratterizza per un più elevato grado di apertura agli scambi internazionali, sia di merci, che di servizi. Leggermente inferiore al dato italiano appare, invece, la partecipazione degli stranieri al mercato del lavoro. Scendendo nel dettaglio degli indici elementari sociali, spicca in primo luogo il dato relativo alla formazione internazionale: l’incidenza degli iscritti universitari di nazionalità straniera ai quattro Atenei piemontesi è più che doppia rispetto al dato nazionale. L’incidenza della popolazione straniera regionale è superiore a quanto si osserva a livello italiano, mentre l’unico indice che vede il Piemonte in una situazione d’inferiorità rispetto alla media nazionale è, anche nel 2014, quello relativo alle presenze di turisti stranieri. Passando, infine, dal confronto nazionale a quello con le principali regioni competitors, emerge come nel 2014 l’indice complessivo di internazionalizzazione del Piemonte risulti più elevato rispetto a quello calcolato per Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana. Focus: le esportazioni piemontesi nei primi nove mesi del 2015 Nei primi nove mesi del 2015, il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 34,2 miliardi di euro, registrando un aumento dell’8,7% rispetto allo stesso periodo del 2014, crescita d’intensità doppia rispetto a quella concretizzata a livello complessivo nazionale (+4,2%). Valutando le singole variazioni trimestrali, si rileva come alla crescita del 5,5% del periodo gennaio-marzo 2015 abbiano fatto seguito incrementi tendenziali più intensi nel II e III trimestre 2015, pari, rispettivamente, a +13,6% e +6,9%. Tra le principali regioni esportatrici, il Piemonte è quella che ha fatto registrare la performance migliore: il valore delle esportazioni della Lombardia è risultato in crescita del 2,1%, il Veneto ha concretizzato un incremento del 5,8% e l’Emilia Romagna ha evidenziato un aumento delle vendite oltre confine del 3,9%. Le esportazioni piemontesi rappresentano oggi l’11,1% di quelle nazionali, quota in aumento rispetto al periodo gennaio-settembre 2014 (10,7%). La crescita delle esportazioni ha coinvolto tutti i principali comparti. Il settore dei mezzi di trasporto, che genera il 27,5% dell’export complessivo, ha realizzato l’incremento più marcato (+22,0%). È risultata positiva, anche se di intensità minore, la dinamica rilevata dalle vendite all’estero della meccanica che, con una quota del 18,3% sul totale regionale, hanno concretizzato un aumento dell’1,9% rispetto al periodo gennaio-settembre 2014. Le esportazioni di prodotti alimentari e bevande, terzo comparto per importanza, sono aumentate del 3,3%, quelle di prodotti del tessile-abbigliamento hanno vissuto uno sviluppo più intenso (+9,0%), mentre l’export di articoli in gomma e materie plastiche, quinto settore dell’export piemontese, è cresciuto del 3,0%. Analizzando i mercati di sbocco delle merci piemontesi, emerge come nel periodo gennaio-settembre 2015 il bacino dell’Ue 28 abbia attratto il 54,5% delle esportazioni regionali, contro il 45,5% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. Quanto alla dinamica esibita, si evidenzia come il trend sia risultato positivo sia per le esportazioni dirette ai partner Ue 28 (+2,0%) sia, soprattutto, per quelle destinate ai mercati extra-Ue 28 (+18,2%). La crescita a doppia cifra registrata dall’export verso i Paesi extracomunitari è stata il frutto di andamenti differenziati: si è registrato un rallentamento consistente delle vendite verso la Russia (-26,0%) e la Cina (-9,2%), una sostanziale stabilità delle esportazioni dirette in Brasile (+0,8%) ed un crescita molto intensa di quelle verso gli Stati Uniti (+73,7%) e la Svizzera (+13,1%). ie