l'altro piemonte a sinistraPresentazione ufficiale questa mattina per i candidati alle regionali della lista “L’altro Piemonte a Sinistra”, sostenuta da  Rifondazione Comunista. Alle 11 nella sede del partito di via Garetti saranno presenti i candidati  Emilio Varni e Maddalena Berrino e Mauro Filingeri capolista. Maddalena Berrino è nata nel ’38 a Fornovo, un paese dell’appennino emiliano; ma da più di 50 anni vive a Torino e  dell’Astigiano. Di professione disegnatrice di architettura, ma da sempre impegnata in difesa dell’ambiente. Contro le cementificazioni, l’inquinamento e il dissesto idrogeologico. Si è battuta per contrastare l’uso distorto del bene pubblico e l’asservimento al libero mercato. Allo scopo di preservare la qualità della vita delle persone, la loro salute; per diffondere l’informazione, la cultura di una prevenzione a tutti i livelli, e la consapevolezza del valore delle risorse naturali. Ha vissuto la giovinezza presso la miniera di amianto di Balangero. La sua passione ambientalista è forse scaturita proprio da lì, dalla morte negli anni ’80 dei genitori e recentemente del fratello, proprio a causa dell’amianto. Oggi vive a Torino, ma ha vissuto nell’Astigiano e in Asti per oltre 30 anni. E’ stata portavoce del Circolo di Legambiente di Asti, e fra le tante attività e iniziative intraprese ha partecipato, insieme alle altre associazioni ambientaliste, quale coordinatrice, al bellissimo progetto provinciale “Rifiuto a metà”. Quasi un’anticipazione di “Rifiuti zero”, per la diffusione della raccolta differenziata e il riciclaggio, in netto contrasto con la costruzione di inceneritori, e con le abitudini sbagliate dell’usa e getta. Ha inoltre partecipato con passione alla lunga lotta contro la Tangenziale Ovest, insieme ai compagni di Rifondazione Comunista, gli amici del Social Forum, le associazioni ambientaliste, gruppi sociali, e tante singole persone che credono nell’impegno civile. Una lotta contro le grandi opere cementificatrici, come: il Tav, grande opera inutile e dannosa per eccellenza, il Terzo Valico, la tangenziale est di Torino. Un impegno che si accompagna a quello per rivendicare piccole opere continue per la cura del territorio, che consentano mobilità quotidiana, che diano lavoro durevole e pulito. Ha accettato di candidarsi in questa bella lista dell’Altro Piemonte a Sinistra proprio per contribuire a portare avanti le cose in cui crede e che sono basate soprattutto sulla partecipazione dei cittadini, che devono oggi sempre più rendersi conto di ciò che li circonda, delle ingiustizie che subiscono, delle discriminazioni, dei guasti che la “civiltà” sta producendo a questo nostro pianeta. Emilio Varni è nato a Bogliasco Pieve in provincia di Genova nel maggio del 1946. Dopo aver conseguito la laurea in medicina con la votazione di 110 e lode, ha terminato un corso di specializzazione negli USA grazie ad una borsa di studio, prima di trasferirsi ad Asti dove dal 1972, ha lavorato come medico per 24 anni presso l’ospedale cittadino nel reparto di chirurgia. Ritiratosi in pensione, nel 1996, si è diviso tra l’attività ambulatoriale e il volontariato nel terzo mondo. Quest’anno, attraverso una onlus, ha contribuito come responsabile alla realizzazione della sala radiologica presso l’ospedale di Ibadan in Nigeria. Da molti anni è impegnato in politica nel partito della Rifondazione comunista di cui è membro della segreteria provinciale ed è stato consigliere comunale nel capoluogo astigiano dal 2002 al 2007. Pacifista e non violento è stato obiettore di coscienza negli anni 70 quando il servizio civile era di 24 mesi. Tra i primi in Italia a prendere posizione quando la “Bossi/Fini” che costrinse i medici a denunciare i pazienti extracomunitari irregolari, praticando la disobbedienza attiva. Ha continuato a fare il medico senza controllare il passaporto e il visto di chi bussava alle porte del suo ambulatorio. Il disastro della giunta Cota nella sanità e’ evidente. Occorre una decisa inversione di rotta. L’assistenza sanitaria oltre che ad essere gratuita deve essere rilanciata e tendere ad un continuo miglioramento attraverso innovazione e ricerca. La spesa sanitaria si riduce se sui territori si investe in prevenzione per questo non serve chiudere presidi ed ospedali. Poche idee, semplici e di facile attuazione perchè guidate dal buon senso di chi la sofferenza e il bisogno la contrasta tutti i giorni.