mercatone unoManifestazione dei dipendenti del Mercatone Uno. Questa mattina, mercoledì 1°aprile, i lavoratori della sede di Villafranca d’Asti della catena emiliana sciopereranno nel piazzale della  vecchia fornace. La decisione di avviare la mobilitazione, maturata dalle segreterie nazionali di Fisascat Cisl, Filcams Cgil e UIltucs, è motivata dalla necessità di protestare contro il disimpegno di una proprietà e l’approssimazione di un management che, in questi ultimi anni, hanno condotto al collasso economico-finanziario una società che, se opportunamente rifinanziata e guidata, avrebbe potuto rispondere positivamente alla sfida competitiva del mercato. La protesta dei sindacati è finalizzata inoltre a stigmatizzare la condotta del management aziendale che, anche in occasione dell’operazione in corso di “smantellamento” dei 34 punti vendita considerati meno performanti – per i quali nel frattempo il tribunale di Bologna ha autorizzato la svendita speciale delle merci – ha ignorato ogni confronto preventivo con le federazioni sindacali limitandosi a comunicare tardivamente ai rappresentanti dei lavoratori la lista dei “34 negozi capri espiatori” con una sbrigativa velina aziendale. “Le modalità gestionali adottate da un management che avrebbe dovuto gestire la società con equilibrio e lungimiranza al fine di risollevarne le sorti, per ora, mietono solo vittime fra le lavoratrici ed i lavoratori impiegati presso i negozi “spogliati” di merce – ha evidenziato il segretario nazionale della Fisascat Vincenzo Dell’Orefice – Sconcerta il fatto che, nonostante chiedessimo da mesi un confronto di merito sui negozi a rischio, la lista dei punti vendita in fase di smantellamento ci sia stata resa nota fuori tempo massimo, impedendo di fatto ogni valutazione sull’andamento degli stessi”. “Certamente – ha concluso – questo atteggiamento induce a temere anche per il futuro dei dipendenti dei negozi per il momento scampati alla svendita, sui quali, continuando ad applicarsi il contratto di solidarietà, insistono comunque delle ore lavorabili in più rispetto al fabbisogno orario per saturare il servizio”.