I servizi sociali stanno diventando una spina nel fianco per la giunta Galvagno. Dopo la questione dei pasti agli anziani e della mensa per i poveri, sono ora gli asili nido il nuovo fronte di polemica.
E questa volta la discussione non ha matrice politica, non proviene dalle opposizioni, che semmai non mancheranno di fare sponda nelle prossime settimane.
Le lamentele partono direttamente dai cittadini, dai genitori dei piccoli “utenti” dei cinque asili nido pubblici, promotori di una raccolta di firme sulla carenza degli organici nelle strutture.
Un servizio quello degli asili nido che negli ultimi anni è diventato sempre più centrale nella nostra società, fatta di famiglie con entrambi i genitori che lavorano, di nonni o troppo anziani (si diventa mamma e papà sempre più tardi) o, al contrario, ancora all’interno del mondo del lavoro, per lo slittamento dell’età pensionabile.
Un bisogno palpabile, testimoniato dalle continue liste di attesa negli asili pubblici e dal proliferare di quelli privati, che vanno a completare, a pagamento, un’offerta carente.
In questo scenario si colloca il disagio dei genitori, preoccupati che i buchi negli organici di educatori e ausiliari condizionino l’assistenza offerta ai loro bimbi, in un momento della loro esistenza in cui sono particolarmente fragili.
Su un piano parallelo, le lamentele dei lavoratori, sotto pressione per i carichi di lavoro in crescita, fatte proprie dalla Cgil. In una conferenza stampa, il segretario della Funzione Pubblica Romualdo Magliulo ha denunciato la carenza dei ruoli non coperti, “almeno tre educatrici e sei ausiliari, oltre alle assenze temporanee che non vengono mai sostituite”.
Secondo sindacati e lavoratori non bastano le assunzioni annunciate dal sindaco Galvagno a risolvere il problema degli asili nido. Il timore di fondo è l’esternalizzazione del servizio, cioè l’affidamento degli asili  a cooperative, magari con un sistema misto: qualche struttura gestita da tutti i dipendenti a tempo indeterminato, gli altri affidati ai lavoratori delle cooperative.
Tutto questo, a detta del sindacato, per tagliare i costi, a causa delle minori risorse a disposizione delle amministrazioni locali.
“Ci sono però dei servizi che, a nostro avviso,  non possono essere soggetti a  tagli – afferma Magliulo – perché rispondono a bisogni essenziali della nostra collettività, gli asili nido sono tra questi, coinvolgono direttamente il futuro dei nostri figli. L‘affidamento ai privati nella gestione porterà ben pochi benefici sostanziali per le casse comunali ma rischia seriamente di penalizzare le famiglie meno abbienti”.
Massimiliano Bianco