Nel gergo borsistico talvolta si parla di “cavalieri bianchi”, intendendo quei finanzieri che corrono in soccorso di società quotate per contrastare un tentativo di scalata ostile. Ad Asti possiamo ben parlare di “cavalieri gialli”, dopo l’acquisto della Way Assauto da parte dei cinesi della Cijan, nell’ambito della procedura fallimentare.
In realtà per ora non si può ancora parlare di passaggio di proprietà. I cinesi si sono sì aggiudicati il ramo d’azienda, con un rilancio minimo (50.000 euro) rispetto alla base d’asta (1.000.000 euro),  ma restano da completare le procedure per l’assegnazione definitiva. Certo la cauzione versata alla procedura, 250.000 euro, è così ingente da sconsigliare un improbabile dietro front al momento di perfezionare il contratto.
I cinesi però sembrano più che convinti a stringere i tempi. La task force operativa lasciata in città, sta compiendo tutti i passi burocratici per costituire la società incaricata di rilevare formalmente l’azienda. Nel frattempo fervono i contatti tra il direttore di stabilimento Adriano Carbone e i tecnici cinesi per stendere il piano industriale da presentare al momento di perfezionare l’acquisto.
E’ comunque probabile che la nuova Waya ripartirà  dallo  stabilimento di via Antica Cittadella, magari ridotto e riadattato alle nuove esigenze produttive. Sono state analizzate altre opzioni, come i due ex stabilimenti Gate, di corso Alessandria e via del Lavoro, ma il mantenimento delle lavorazioni nello storico sito eviterebbe alla nuova proprietà di sobbarcarsi i costi di trasferimento dei macchinari e consentirebbe una più rapida riattivazione delle linee produttive.
E’ invece certo che l’azienda ripartirà da un nucleo di vecchi dipendenti, gli unici ad avere le competenze e l’esperienza utili a far ripartire prontamente la produzione. In due o tre anni l’obiettivo minimo è quello di occupare un centinaio di dipendenti (sono 240 quelli oggi in organico).
Intanto in molti sottolineano il ruolo determinante per la rapida e positiva cessione del ramo d’azienda avuto dal curatore fallimentare, l’avvocato astigiano Giorgio Todeschini. Su tutti Fabrizio Brignolo, capogruppo del Pd in consiglio comunale: “ringrazio l’avvocato Todeschini per aver assolto, in meno di tre mesi, al mandato di vendere la Way Assauto. Un risultato che nei due anni precedenti era stato atteso invano e che dimostra (mi sia consentito un po’ di orgoglio  professionale) che un bravo avvocato, al posto giusto e nel momento giusto, risolve un sacco di problemi! Questa celerità ha consentito di non disperdere il potenziale produttivo dell’azienda. Ora bisogna che il Comune metta immediatamente a disposizione degli acquirenti tutti i servizi necessari a rendere conveniente il mantenimento della Waya ad Asti: offrire l’area su cui riprendere la produzione, accompagnare l’azienda in Regione per ottenere contributi economici all’occupazione, facilitare l’accesso al sistema bancario, contenere i costi dei tributi locali, garantire efficienza nella connessione informatica, nel trasporto pubblico, nei collegamenti viabili, nella formazione professionale. Insomma, il rilancio della Way Assauto non è solo affare dei cinesi, ma dipende da quanto investirà la comunità locale”.
Massimiliano Bianco