www.osservatoriodelpaesaggio.orgStasera, sabato 26 aprile, a Bubbio, dalle 20, “serata nel Borgo Antico” in un’atmosfera medioevale: degustazioni di tipiche vivande, semplici e genuine, tra osterie, e botteghe del vino nel paese aperte fino a tarda sera che serviranno vini locali da sorseggiare nei bicchieri-ricordo: “I Signori, le guardie e i cortigiani, commercianti ed artigiani, calderai e popolani, vi aspettano numerosi per farvi rivivere atmosfere di tempi antichi” spiegano gli organizzatori. Domani, domenica, 95esima edizione del “polentone”: derivato forse dalle antiche distribuzioni rituali di fave e lenticchie, poi sostituite dalla farina di mais, occasione per socializzare  in concomitanza con l’arrivo in paese dei magnin (i calderai stagnatori di pentole e paioli) il Polentone si è a poco a poco costruito una dignità storica basata su una leggenda che, per quanto improbabile nei dettagli, mette comunque in evidenza il rapporto tra calderai e popolazione locale e la dura realtà di miseria cronica della Langa contadina dei secoli passati. “…Tristo fu lo inverno dell’anno del signore…”: così comincia la leggenda medioevale che narra di un gruppo di poveri calderai i quali giunti a Bubbio affamati e allo stremo delle forze, riposero nella magnanimità del Castellano locale ogni loro speranza di sopravvivere. Egli si commosse per la loro sorte e li aiutò donando loro della farina di granoturco. Fu a questo punto che fiorì l’atto di umana solidarietà da cui nacque e si perpetuò la leggenda: quella gente, nobilissima d’animo non tenne quel dono tutto per sé, bensì cucinò in piazza una enorme polenta che poi, venne consumata insieme a tutti i borghigiani ugualmente affamati per la lunga carestia. Questa leggenda viene ogni anno riveduta dai bubbiesi e rievocata con fedeltà: dal Castello escono i Signori con i Cortigiani gli Armigeri i Tamburini; i sacchi di farina, vengono caricati dai mugnai su un carro circondati da calderai e dal popolo festante; il corteo sfila per le vie del borgo e raggiunge la piazza dove un enorme paiolo di rame aspetta fumante. Dopo una cottura lunga e meticolosa uno squillo di tromba polarizza l’attenzione sullo scodellamento; tra uno scrosciare di applausi il fumante trofeo viene distribuito a tutti. Il finale, gioioso e goloso, è sempre lo stesso: mentre tutti con appetito gustano polenta, salsiccia e sugo di funghi con un’invitante frittata di cipolle nei piatti dipinti a mano in serie limitata, il castellano ordina che le tasse e i dazi siano nuovamente ridotti, che la festa sia ripetuta ogni anno per perpetuare nel tempo l’evento e che sia infissa sotto lo stemma di Bubbio l’insegna Dulcia Promam a ricordo della mitezza dei suoi abitanti e della dolcezza dei prodotti della sua terra. PROGRAMMA Ore 9,00 Il mercato del borgo apre alle genti venute da ogni dove. Ore 12,30 Lettura sulla pubblica piazza dell’editto annunciante l’inasprimento delle tasse e dei dazi. Ore 14,00Un gruppo di calderai giunto nel borgo durante la notte si riunisce nella pubblica piazza con la popolazione anch’essa stremata dalla miseria ed i due Capi decidono di recarsi presso il signore al castello. Ore 14,30 I calderai e il popolo con i loro capi si recano al Castello. Ore 15,00 Il Castellano ordina alle Guardie di lasciare entrare il capo del popolo e che gli sia consegnata la farina di granoturco per sfamare, con un enorme polenta ,non solo i calderai ma, tutti gli abitanti ed i passanti. Il capo del popolo invita allora il Castellano a visitare di persona i suoi sudditi. La sommossa popolare si placa. Ore 15,15 I Signori si recano in corteo sulla pubblica piazza seguiti dai saltimbanco e dal popolo. Ore 15,30 Il castellano ordina l’inizio della cottura della polenta ai cuochi di Corte Ore 15,35 Spettacolo musicale con gruppi folcloristici, presentazione del 95° piatto in ceramica ed esibizione dei magnifici sbandieratori di Corte dell’Asta di Asti Ore 17,00 Il Signore ordina lo scodellamento e la distribuzione del Polentone. Ore 17,15 Il Castellano ordina che tasse e dazi siano ridotti e che la festa sia ripetuta ogni anno. Ore 17,30 Il Signore ed il suo seguito rientrano nel Castello.