occupazioneA Natale si può fare di più. E’ il motto delle sette famiglie che questa mattina, 24 dicembre, hanno occupato una palazzina di strada Al Fortino, zona nord di Asti. Le famiglie, tutte in emergenza abitativa, hanno eletto a proprio tetto un edificio, al civico 97, di proprietà di un’immobiliare di Bra, abbandonato da molti anni e già occupato nel 201 ma solo per pochi giorni. In questo momento le famiglie, tre italiane, due romene, una marocchina e un’albanese, appoggiate e supportate dai volontari del coordinamento Asti Est stanno ripulendo gli alloggi che sono in buono stato.  Fra gli occupanti anche diversi bambini. “Oggi 24 dicembre 2013, sette famiglie, insieme ai volontari del Coordinamento Asti-Est e del collettivo ExMutua, hanno preso possesso dell’edificio di Strada fortino, stabilendovi la loro dimora provvisoria. Con questo atto le famiglie hanno messo fine ad una condizione di emergenza abitativa diventata insostenibile, dopo aver subito sfratti senza colpa e ricercato senza risultati una alternativa – scrivono il coordinamento e le famiglie – . Il dramma di una precarietà economica che si trasforma in precarietà di relazioni, sociali e familiari incluse, sembra non avere fine, su tutto il territorio nazionale. Tale precarietà è aggravata da un mercato immobiliare che esclude per censo e lascia ad una domanda inesistente decine di immobili vuoti e migliaia di alloggi sfitti. In questo contesto la tutela della dignità e del diritto delle persone/famiglie può esercitarsi solo con atti di disubbidienza civile come quello di oggi. “Casa e famiglia costituiscono un legame indissolubile”: le parole di un alto magistero morale, risuonate in questi giorni sui media nazionali, non possono restare senza il seguito di atti concreti, senza una politica della casa che garantisca il diritto di tutti, non il privilegio di pochi dei ricchi. Tali atti di disobbedienza civile, necessitati dalla gravità dei problemi sociali, trovano la loro legittimità nell’articolo 3 e negli articoli 41 e 42 della Costituzione e con il loro valore sociale trasferiscono questa legittimità agli edifici, quelli vuoti da anni come questo “occupato”, che il mercato ha ridotto a puro valore di scambio. Le famiglie “occupanti”, prendendo in cura questi edifici, dichiarano di essere pronti a restituirli al possesso dei legittimi proprietari, purché questo atto abbia la reciprocità del rispetto del loro diritto ad abitare. I volontari del Coordinamento Asti-Est e del collettivo exMutua ricordano infine al Sindaco e all’assessorato ai Servizi Sociali che tale reciprocità può essere garantita da una requisizione o da un comodato d’uso con indennizzo”. Quella di strada Al Fortino è la quarta occupazione ad Asti dopo via Allende, via Orfanotrofio e corso Volta.