Si concluderà  a fine aprile il progetto “Il Farmacista di Reparto”, attivato a dicembre dall’Asl AT al “Cardinal Massaia”. Il reparto a essere coinvolto è Oncologia, scelto tra le eccellenze piemontesi come nuova sede della sperimentazione, dopo gli ottimi risultati riscontrati al Centro Oncologico ed Ematologico Subalpino delle Molinette di Torino. Innestato sui cardini della ricerca d’ulteriore sicurezza, efficacia ed efficienza, il piano, che fa capo alla dottoressa Michela Colombo Gabri, direttore della Farmacia Ospedaliera, prevede l’inserimento della farmacista Valentina Colombardo, attraverso una borsa di studio, nel reparto diretto da Franco Testore, co-estensore del progetto. “La presenza di una farmacista in reparto – sottolinea Testore – aiuta a contenere i costi, abbattendo la necessità di fare scorta di farmaci che potrebbero servire e che, normalmente, non si ottengono a tempo zero, ma solo in ventiquattr’ore. La sperimentazione è partita in Oncologia perché qui si registrano le spese farmaceutiche maggiori, anche se l’Azienda non ha mai fatto questioni di limiti nel budget ”.  La farmacista diventa elemento centrale dell’équipe sanitaria, in grado di rivestire un ruolo fondamentale nella gestione delle terapie farmacologiche, stante la sua competenza, non solo dal versante economico, ma anche da quello orientato al paziente e al percorso clinico all’interno dell’Azienda. Questa figura, inoltre, può incidere sui costi della spesa farmaceutica, arrivando a limitarla del 40%: solo la riduzione delle voci nel prontuario e la riduzione delle scorte in reparto porta a un reale contenimento dei costi. Inoltre, concorre a contribuire a un altrettanto rilevante abbassamento degli errori di terapia, sottolineando le interferenze tra i singoli farmaci prescritti, là dove potrebbero emergere dosaggi elevati o tossicità. Giunto alle sue battute conclusive, il progetto si articola in tre fasi: nei primi due mesi, è stato creato un prontuario farmaceutico di reparto ad hoc condiviso, cercandone di massimizzare l’appropriatezza farmaceutica. La seconda fase, grazie anche al confronto con il personale infermieristico, ha portato all’allestimento di un armadio terapeutico di reparto, di fatto traduzione pratica del prontuario, tarato sulle scorte settimanali; la terza fase, infine, ha riguardato la registrazione dei dati, con il monitoraggio degli scostamenti delle terapie farmacologiche effettivamente adottate dallo standard definito nel prontuario. “L’augurio – spiega la dottoressa Colombo Gabri – è che il progetto possa continuare anche dopo la sua scadenza, sperando in una nuova borsa di studio e nell’estensione dell’iniziativa anche in altri reparti. Si tratta di un lavoro multidisciplinare che serve ai medici, al farmacista e agli infermieri, ma soprattutto ai pazienti, in modo da evitare errori. Insomma, quella del farmacista di reparto è la figura del futuro”.