Tutto è pronto per l’edizione 2016 della Festa del Pitu, un antico rito popolare propiziatorio contadino, che è riuscito a conservare intatti, nel corso dei secoli, tutti gli elementi originali dell’antico costume di cacciare le potenze del male e di scaricare addosso al capro espiatorio (il Pitu ossia il Tacchino) tutti i mali che hanno afflitto il popolo durante l’anno trascorso La purificazione trova attuazione attraverso il processo e la condanna dell’animale, il cui fantoccio viene appeso al centro della piazza con i cavalieri – in rappresentanza dei Rioni partecipanti alla Giostra (Piazza, Portone, Annunziata, Stazione, Casa Paletti, Sant’Antonio) – che lanciati al galoppo cercano di decapitare il simulacro tra gli incoraggiamenti dei borghigiani e del pubblico. Nella passata stagione a trionfare fu il rione Sant’Antonio. Il fulcro della manifestazione è Testamento che il Pitu, condannato a morte dal tribunale, chiede di leggere pubblicamente quale suo ultimo desiderio. Testamento letto in dialetto monferrino. Un momento di satira in cui –  ironicamente – vengono messe in piazza piccoli vizi e difetti della comunità. Il tutto tra risate, consensi e (qualche) gesto di disapprovazione. La manifestazione prenderà le mosse alle 14 di domenica da via Asti (piazzale officine Casorzo) con lo storico corteo aperto dalla figura di Gerardo da Tonco, fondatore dell’Ordine di San Giovanni in Gerusalemme, divenuto poi Sovrano Ordine Militare di Malta con i suoi armigeri e corte. Seguono i carri dei rioni con la rappresentazione di antichi mestieri e momenti di vita paesana. Chiude il Pitu, predestinato alla condanna.