Si è concluso con il seminario “Giovani e futuro tra sogni e incertezze” il progetto “Operazione  futuro” realizzato dalla Cooperativa sociale Orso, dapprima con il finanziamento della Provincia di   Asti, Ufficio Politiche Giovanili, e successivamente con il contributo della Compagnia San Paolo. Il   progetto ha coinvolto una quindicina di ragazzi tra i 16 e i 20 anni, che si trovano al di fuori di   percorsi scolastici e formativi.   Il convegno, che si è svolto lo scorso 14 ottobre nel salone consigliare della Provincia, è stato diviso   in due momenti: la prima parte, legata al racconto delle diverse fasi del percorso svolto dai ragazzi;   la seconda parte sulle prospettive future.   Il seminario ha preso il via con i saluti di Barbara Baino, consigliere provinciale delegato alle   Politiche giovanili, ed è proseguito con le relazioni delle operatrici della Cooperativa Orso   Loredana Esposito, Laura Avidano, Alessandra Di Grigoli, che hanno presentato il progetto, il   target dei ragazzi coinvolti e le attività svolte con il gruppo.   Obiettivo generale, attraverso incontri individuali e di gruppo, riattivare i giovani e aiutarli a   definire un proprio progetto personale e professionale. E’ stato proiettato un video sulle attività   svolte al Campeggio di Roccaverano, cinque giorni di campus, durante il quale sono stati    approfonditi i concetti di futuro, opportunità, adattamento, competenze, ricerca del lavoro. Alcuni   partecipanti, presenti in sala, hanno raccontato la loro testimonianza su come partecipare a   “Operazione futuro” sia stato importante per la propria crescita, per poter definire un progetto   preciso, con obiettivi specifici da raggiungere.   A distanza di mesi, alcuni stanno svolgendo un tirocinio, altri sono ritornati a scuola, altri sono alla   ricerca attiva di occupazione. Durante il seminario, il ricercatore Roberto Maurizio ha presentato i   risultati dell’analisi dei temi svolti lo scorso anno da tre classi dell’Istituto superiore Alfieri, su   “Futuro: sogno o incubo?”.   “Le riflessioni proposte dal ricercatore sono state molto interessanti e stimolanti – hanno   commentato i promotori – nonché utili per conoscere qualcosa in più sul pensiero dei nostri giovani,   che si trovano a vivere in una società dalla quale si sentono esclusi e abbandonati. Prevalgono in   alcuni paura, incertezza, ansia”.   Dopo il coffee break, le suggestioni proposte nella prima parte della mattinata sono state   convogliate negli interventi di alcuni dei principali attori del territorio e non, in ambito giovanile.   Primo a prendere la parola, Franco Floris del Gruppo Abele, direttore della rivista “Animazione   sociale”. Nel suo intervento, ha sottolineato come il fatto di non avere un lavoro è drammatico non   solo per l’individuo, ma per la società intera: “La società che non investe sui giovani, muore. La   società non deve emarginare, ma includere i ragazzi ed essere esigente nei loro confronti.   Importantissima è la dimensione del fare, possibilmente insieme. Esperienze, lavoro, arte, creatività:   i ragazzi devono sperimentarsi, fare insieme, per adattarsi al mondo e adattare il mondo alle proprie   esigenze”.   Sul tema del lavoro si sono espressi i funzionari del Centro per l’Impiego Marina Porta e Angelo   Amerio: “I giovani sono una delle priorità del Centro Impiego. Ciò che preoccupa non è tanto il   tasso di disoccupazione, quanto quello di inattività, per capirci, quello dei giovani fermi da uno,   due, tre anni dopo la qualifica, il diploma o la laurea. Le reti sociali, a tal fine, sono indispensabili”.   Secondo la dirigente dell’Istituto Alfieri, Silvia Viscomi: “La scuola nella formazione dei ragazzi ha   un ruolo fondamentale. Ma se sa offrire solo lezioni frontali, allora non svolge al meglio il proprio   compito. Nelle classi deve circolare energia e sono i ragazzi stessi a dover chiedere ai professori e ai   dirigenti di fornire loro gli strumenti migliori per affrontare il futuro. Bisogna offrire agli studenti le   competenze giuste per decidere con consapevolezza il proprio futuro”. Il dibattito rimane aperto.