Ridurre la spesa per le medicine senza razionare le terapie: un obiettivo impegnativo che l’Oncologia del Cardinal Massaia ha saputo raggiungere anche grazie all’impiego di una figura professionale particolare: la farmacista di reparto. Si tratta di una delle poche esperienze avviate finora, a livello nazionale, in un reparto oncologico.

Il progetto, decollato sperimentalmente nel 2010 in collaborazione con la Farmacia Ospedaliera e finanziato con i fondi derivanti dalla ricerca clinica, proseguirà almeno fino al 2013: di recente è stato rinnovato l’incarico alla dottoressa Paola Graziano, riconfermata alla guida della farmacia di reparto. Si lavora per vedere riaffermato il trend positivo dell’anno scorso, “quando – sottolinea il primario Franco Testore – abbiamo raggiunto, per la prima volta, un calo della spesa farmaceutica (-5,45% pari a 263.392 euro) nonostante un ulteriore aumento (+ 13,11%) delle attività in day hospital”. Nei primi sei mesi di quest’anno i pazienti seguiti in day hospital sono stati 379 per complessivi 2159 accessi ai servizi, con un andamento costante rispetto al 2011.

La farmacia di reparto, dotata di un apposito spazio, funziona per quattro ore al giorno, dal lunedì al venerdì. L’impegno principale della dottoressa Graziano è la distribuzione dei farmaci a domicilio per i pazienti, visitati dai medici nell’ambito del controllo che precede la somministrazione della chemioterapia. La farmacista è inoltre tenuta ad analizzare i consumi, accertare la corretta conservazione dei farmaci, controllare le scorte e le scadenze delle medicine, ripristinare quelle mancanti e verificare le terapie dei giorni successivi, richiedendo alla Farmacia Ospedaliera, diretta dalla dottoressa Michela Colombo Gabri, i prodotti necessari. 

“Da quando abbiamo avviato la sperimentazione, finalizzata anche ad un maggior controllo sull’appropriatezza prescrittiva – indica il dottor Testore – il cambiamento più rilevante, nella gestione delle terapie, è stato l’impegno a riunire, in una stessa giornata, l’utilizzo di medicinali caratterizzati da un costo particolarmente elevato. Nell’ambito di una determinata terapia si è cioè tenuto conto delle dosi in milligrammi per paziente, della grammatura delle fiale disponibili in laboratorio, della possibilità di ribaltare ‘a cascata’ il cosiddetto avanzo da una preparazione all’altra, in modo da ridurre al minimo lo spreco”.

“Un altro risultato significativo – spiega Paola Graziano – è stato il recupero dei farmaci biologici orali, restituiti dai pazienti che non ne facevano più uso, e il loro confezionamento in dosi unitarie da fornire ad altri utenti. In questo modo siamo riusciti a ridurre sensibilmente il costo di acquisto per questi farmaci”.

Accolta con spirito collaborativo da medici e infermieri, la dottoressa Graziano giudica in modo positivo anche il rapporto con i pazienti: “Per tanti di loro la semplice consegna della terapia a domicilio – racconta – può diventare un’occasione in più per sentirsi seguiti e accuditi. Soprattutto le persone anziane o più incerte, una volta ricevuta dal medico la spiegazione sulla somministrazione del farmaco, hanno bisogno di ‘ripassare la lezione’, cioè di farsi ripetere la posologia del farmaco o di avere ulteriori indicazioni sulle medicine assunte per altre patologie concomitanti: in quest’ottica la farmacista di reparto viene vista come un ulteriore punto di riferimento nell’ambito del percorso di cura”.