L’Enofila diventerà sede degli uffici e dei servizi per l’agricoltura di Asti e del suo territorio: Comune e Regione hanno infatti individuato un nuovo futuro per l’edificio che, dopo il trasferimento della Douja d’Or in centro città, rischiava di diventare un altro contenitore in disuso.   Uffici e centro espositivo. I piani alti del fabbricato dovrebbero ospitare gli uffici del servizio agricoltura della Regione, attualmente siti in piazza San Martino, nonché sale convegni e altri spazi a servizio della promozione del settore agricolo ed enogastronomico astigiano. Al piano terra il grande salone storico con mattoni a vista sarà adibito a spazio espositivo che potrà ospitare opere d’arte ma anche iniziative di promozione dell’agricoltura e delle produzioni del territorio. Il salone di minor pregio architettonico sarà destinato ad altre attività della Regione e archivi, mentre gli spazi destinati a magazzino e servizi saranno probabilmente utilizzati in parte dalla Regione e in parte dal Comune.   Scongiurato il rischio di perdere il servizio agricoltura. La nuova legge che ha restituito alla Regione le competenze che erano state delegate alle province in materia di agricoltura ha anche stabilito che i locali dovessero transitare alla Regione stessa senza oneri finanziari. Nel caso di Asti questo non è stato possibile perché gli uffici sono ospitati in un fabbricato di proprietà di terzi (l’ente di Sostentamento del Clero) cui la Provincia pagava un affitto che la Regione, secondo la legge, non può più corrispondere. Vano è stato il tentativo di ricollocare gli uffici in altri locali di proprietà provinciale, in corso Palestro o in parte del Palazzo della Provincia in piazza Alfieri. Si è quindi addirittura profilato il rischio che gli uffici potessero essere trasferiti ad Alessandria. La soluzione Enofila consente non solo di mantenere il servizio attuale ma di potenziarlo con altri spazi destinati alla promozione dell’agricoltura del territorio.   Soluzione suggerita dal personale. L’ipotesi Enofila come sede per gli uffici agricoltura è stata anche caldeggiata dal personale, che giustamente ha evidenziato la comodità rispetto alla stazione (molti utenti vengono da fuori Città) e la presenza di parcheggi. Nei prossimi giorni si terrà un incontro tra Comune e Regione per studiare una adeguata distribuzione degli spazi rispetto alle esigenze del personale e dell’organizzazione del lavoro.   Nuova linfa a corso Cavallotti. Grazie a questa soluzione l’Enofila non sarà più destinata ad un uso occasionale, ma tutto l’anno sarà animata dalla presenza degli oltre trenta dipendenti dell’ufficio agricoltura della Regione e degli altri servizi che si aggiungeranno: Ufficio Relazioni con il Pubblico e servizio archivio della Regione. Questo animerà anche l’intera zona che oggi sconta l’inutilizzo del fabbricato.   Lavori a tempo di record. Gli atti formali devono ancora essere adottati ma i contatti tra i due enti sono già a uno stadio molto avanzato tanto che la Regione ha già formalizzato con una lettera la propria richiesta di acquisire i locali e di poter avere accesso anche solo provvisoriamente, per iniziare i lavori necessari e il Comune ha già adottato una delibera di giunta che manifesta il proprio interesse e fornisce ai propri uffici gli indirizzi operativi.   Da “buco nero” a opportunità. Fino al 2012 l’Enofila costava 100 mila euro all’anno di “ripianamento perdite” a ciascuno dei tre enti, soci della Aurum et Purpura: Comune, Provincia e Camera di Commercio. Poi la svolta: il Comune, con l’insediamento dell’attuale amministrazione,  ha deliberato il rifiuto di ripianare le perdite e di sostenere i costi per compensi del consiglio di amministrazione, stipendio del direttore e co.co.co. La società ha così dovuto ridurre le spese di 150.000 euro all’anno ed è stata messa in liquidazione. A dicembre 2015 il fabbricato è tornato nella piena disponibilità del Comune di Asti e i liquidatori stanno ora completando la chiusura della società. Alla luce del trasferimento in centro Città della Douja l’Enofila è ormai utilizzata solo per manifestazioni sporadiche con il rischio concreto di diventare l’ennesimo contenitore cittadino vuoto. Ora si affaccia invece un nuovo futuro, in tema con la vocazione agricola che ha caratterizzato il fabbricato sin dalla sua costruzione.