Diversi timori emersi ieri sera, mercoledì, nella riunione indetta dal movimento Stop al Consumo del Territorio al Centro Culturale San Secondo. Un incontro organizzativo per discutere un piano commerciale alternativo a quello presentato dal Comune e che ha visto la partecipazione di alcuni esponenti delle associazioni ambientaliste e del commercio, tra cui il presidente della Confesercenti di Asti Mauro Ardissone.
Il quadro presentato in sala parla del prossimo atterraggio di cinque nuovi insediamenti commerciali L1 (ossia quelli al di sotto di 2500 mq), di cui due al mercato ortofrutticolo (sede dell’ultima Fiera Regionale della Città di Asti) e uno (circa 700 mq) da costruire vicino al vecchio ospedale. Per intendersi, un esempio d’insediamento L1 è il supermercato Esselunga di Corso Torino. Ma non è tutto. In Comune sono state depositate 33 richieste per insediamenti L2 (superiori ai 2500 mq) e di queste ben 13 sono rimaste al vaglio di fattibilità: tra queste l’Agrivillage, un nuovo villaggio di 180.000 mq che dovrebbe sorgere in zona Val Rilate per raccogliere le specialità locali, e il “Porta Est” della cordata Ruscalla-Gavio: 90.000 mq di superficie totale di cui 37.700 occupati dal solo centro commerciale.
In questo vorticoso vociare di centri commerciali “artificiali” non è stato dimenticato il progetto del centro commerciale “naturale”. Un’iniziativa tesa a valorizzare il centro storico della città che sta letteralmente agonizzando: dati alla mano, sono 210 gli esercizi commerciali che hanno chiuso negli ultimi due anni con una media di 2,5 posti di lavoro persi e, secondo un calcolo statistico del 2008 comparso sulla stampa specializzata, l’occupazione dei centri commerciali toglie tre posti di lavoro e ne concede solo uno (i clienti si servono da soli e si risparmia).
Su questo fronte, Ardissone ha anticipato che le quattro associazioni dell’artigianato e del commercio (Confartigianato e CNA per il primo comparto, Ascom Confcommercio e Confesercenti per il secondo) hanno elaborato un progetto alternativo di piano commerciale che pone in primo piano il rilancio del centro commerciale naturale. “Nel documento – anticipa Ardissone – verranno presentate idee semplici: sfruttare le capacità già predisposte nei centri commerciali artificiali (baby parking per esempio), la promozione di determinati articoli in vendita (abbigliamento, articoli sportivi ecc.) e particolari agevolazioni per i consumatori residenti fuori Asti”.
Il Comune dovrebbe finanziare l’iniziativa con i 130.000 euro derivanti dagli oneri straordinari e ulteriori contributi potrebbero giungere dalla Camera di Commercio, dalle banche e dalle associazioni di categoria.

Fabio Ruffinengo