Contro il progetto ventilato per la costruzione di un inceneritore a Quarto si leva anche una voce internazionale. Paul Connett, professore emerito di chimica all’Università di New York, invitato dai comitati territoriali che si battono contro il progetto, ha incontrato la cittadinanza giovedì 23 ottobre nella Sala consigliare della Provincia. “Sono sempre contento di venire in Italia – spiega Connett – a causa del vino rosso e della creatività italiana”.
Il docente statunitense ha esordito nella sua esposizione mettendo in evidenza il cambio di prospettiva a suo giudizio necessario per la sopravvivenza della Terra nel secolo da pochi anni cominciato: “Se nel ventesimo secolo la domanda principale era come smaltire i rifiuti nel modo meno nocivo possbile, nel nuovo secolo il problema più importante diventa come gestire le risorse e il futuro del pianeta che abitiamo”. La responsabilità principale della situazione è della rivoluzione industriale che ha imposto una prospettiva lineare fondata sul consumo delle risorse in un pianeta che funziona in modo circolare, con il risultato tra gli altri che ciascuna fase del ciclo di produzione che va dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento dei rifiuti avanzati contribuisce a alimentare il riscaldamento globale. Gli inceneritori, secondo Connett, sono la soluzione peggiore al problema dei rifiuti poiché costituiscono uno spreco di risorse, di energia, di opportunità per combattere il riscaldamento globale e anche di denaro pubblico (l’impianto di Brescia, giudicato uno dei migliori del mondo, a fronte di 300 milioni di euro di costo ha prodotto solamente otto nuovi posti di lavoro). Inoltre gli impianti per bruciare i rifiuti portano anche dei seri pericoli per la salute di coloro che vivono nelle vicinanze a causa della produzione nell’incenerimento dei rifiuti di sostanze formate da nanoparticelle dannose in particolare per i polmoni umani. “Umberto Veronesi, che in televisione ha affermato che gli inceneritori non generano pericoli per la salute umana – afferma Connett – dovrebbe scusarsi con tutti gli italiani”.
Come soluzione alternativa, il chimico propone la creazione di cicli integrati per il recupero dei rifiuti tramite l’azione combinata di raccolta differenziata “porta a porta” e di impianti per il compostaggio, con il trattamento controllato in speciali strutture della frazione residua. Tale progetto include anche il cambiamento di prospettiva “da valle a monte” tramite specifiche iniziative in grado di ridurre la quantità di materiale che diventerà rifiuto sin dall’inizio del ciclo di produzione. “Queste soluzioni – spiega Connett – esigono una responsabilità estesa dai produttori alla comunità, supportate da leadership dotate di capacità di prospettiva”.

A supporto della realizzabilità della sua proposta, Connett cita realtà come Villafranca d’Asti (85% di rifiuti riutilizzati tramite la raccolta differenziata), Novara (70%), ma anche alcuni comuni situati in una zona difficile come la Campania che riescono a riclare circa il 70% dei loro rifiuti. Capannori, in provincia di Lucca, è stato poi il primo comune in Italia ad avere elaborato una strategia per ridurre a zero i suoi rifiuti entro il 2020. “Per promuovere questa prospettiva, servono attivisti in grado di portare avnati le loro idee anche divertendosi e divertendo“, conclude Connett, citando come esempio il suo amico Beppe Grillo “genio creativo”.