Di sesso femminile, con un’età media tra i 30 e i 50 anni, spesso di cultura medio-alta: è il profilo dell’utente che più frequentemente si rivolge alla Gastroenterologia del Cardinal Massaia per il problema della stipsi cronica. L’ambulatorio di fisiopatologia, diretto dalla dottoressa Edda Battaglia, è l’unico centro ospedaliero piemontese che esegue indagini funzionali di terzo livello, cioè approfondimenti particolari, come la manometria prolungata del colon, che costituiscono strumenti diagnostici utili nella scelta terapeutica, soprattutto prima del ricorso all’intervento chirurgico.
Il bilancio dell’attività è molto positivo: “Nel primo semestre dell’anno – conferma la dottoressa Battaglia – abbiamo raggiunto lo stesso numero di manometrie svolte nel 2011. Seguiamo circa 200 pazienti, che nel 75 per cento dei casi arrivano da fuori Piemonte. Le provenienze riguardano un po’ tutta l’Italia: dalla Lombardia alla Sicilia, dal Veneto alla Puglia, passando per Emilia, Toscana e Marche. Il nostro reparto si caratterizza ormai da anni per la completezza e l’innovazione diagnostica: inserito in gruppi di studio nazionali, si occupa di patologie a grande impatto sulla popolazione, come appunto la diagnosi e terapia della stipsi, ma anche della malattia da reflusso gastroesofageo”.
L’esperienza acquisita in fisiopatologia e l’elevata professionalità degli operatori ha portato di recente la struttura diretta dal primario Mario Grassini a tenere un corso per medici specialisti, provenienti da numerose città italiane, sulla gestione del paziente con stipsi cronica. Quest’ultima peggiora con l’età (ne soffre più del 60% degli anziani ultrasettantenni), ma interessa anche pazienti giovani.
Contro questo disturbo, gli specialisti del Massaia utilizzano anche farmaci innovativi, introdotti in Italia da pochi mesi e indicati per i pazienti con stipsi non trattabile con altri presidi terapeutici. Nella “lotta” contro la stitichezza cronica i medici, nella fase iniziale, ricorrono a consigli dietetici, per correggere gli errori legati ad abitudini alimentari sbagliate e a diete povere di scorie. “Il pasto – spiega la dottoressa Battaglia – è un importante stimolo all’evacuazione, soprattutto la prima colazione che innesca il risveglio fisiologico del colon. Una quotidiana attività fisica e la corretta regolarità dei pasti è norma generale e raccomandabile per favorire la funzione intestinale”.
Alla Gastroenterologia del Massaia si lavora in stretta relazione con altre figure specialistiche e professionali:dallo psicologo, che interviene soprattutto quando il disturbo colpisce gli adolescenti, agli operatori del Centro cura stomie e incontinenze impegnati nel rieducare il malato a correggere le funzioni alterate. “Il nostro lavoro – indica la dottoressa Battaglia – è finalizzato ad aiutare il paziente a convivere con il proprio disturbo e anche a rimuovere false convinzioni: come quella, espressa da molte donne, che la stipsi porti a un aumento del peso corporeo o che per star bene si debba evacuare ogni giorno”.
Perché la stipsi cronica, così come la sindrome dell’intestino irritabile, colpisce in prevalenza il sesso femminile? Anche se non è ancora stata provata una chiara correlazione, non si esclude un rapporto tra questi disturbi e il livello ormonale della paziente, senza dimenticare la componente psicosomatica.