Asti è ancora in fibrillazione per l’elezione di papa Francesco. Il nuovo pontefice, al secolo Jorge Mario Bergoglio, vanta infatti origini astigiane. La famiglia paterna infatti risiedeva a Bricco Marmorito una frazione di Portacomaro Stazione, alle porte di Asti. Proprio per questo da mercoledì scorso, giorno dell’elezione, Portacomaro si è trasformato nel centro del mondo. almeno quello  mediatico, ospitando le televisioni di tutto il mondo. Intanto l’amministrazione comunale sta organizzando la trasferta romana in occasione della prima messa del Santo Padre che si svolgerà domani a San Pietro. Per l’occasione in piazza cattedrale dalle 9.15 verrà allestito un maxi schermo sul quale verrà proiettata in diretta la funzione, mentre stasera partiranno alcuni pullman di fedeli alla volta della capitale. In un momento di tale gioia per la nostra città c’è chi propone di conferire al Santo Padre la cittadinanza onoraria nella nostra città, come fa l consigliere comunale Pdl Angela Quaglia ha scritto un’interrogazione al sindaco Fabrizio Brignolo, un’interrgoazione volta anche a conoscere la posizione di alcuni assessori sulla figura del santo padre sia prima che dopo la sua elezione. Intanto ieri, domenica 17 marzo, una folla immensa, oltre 150mila fedeli, si è radunata in piazza san Pietro per il primo Angelus di Papa Francesco. Il Papa ha parlato solo in italiano: “Fratelli e sorelle, buongiorno! Dopo il primo incontro di mercoledì scorso, oggi posso rivolgere di nuovo il mio saluto a tutti! E sono felice di farlo di domenica, nel giorno del Signore! Questo è bello è importante per noi cristiani: incontrarci di domenica, salutarci, parlarci come ora qui, nella piazza. Una piazza che, grazie ai media, ha le dimensioni del mondo. In questa quinta domenica di Quaresima, il Vangelo ci presenta l’episodio della donna adultera, che Gesù salva dalla condanna a morte. Colpisce l’atteggiamento di Gesù: non sentiamo parole di disprezzo, non sentiamo parole di condanna, ma soltanto parole di amore, di misericordia che invitano alla conversione. “Neanche io ti condanno: va’ e d’ora in poi non peccare più!”. Eh, fratelli e sorelle, il volto di Dio è quello di un padre misericordioso, che sempre ha pazienza! Avete pensato voi alla pazienza di Dio, la pazienza che lui ha con ciascuno di noi? Eh, quella è la sua misericordia. Sempre ha pazienza: ha pazienza con noi, ci comprende, ci attende, non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a lui con il cuore contrito. Grande è la misericordia del Signore. In questi giorni, ho potuto leggere un libro di un cardinale sulla misericordia. E mi ha fatto tanto bene, quel libro, ma non crediate che faccia pubblicità ai libri dei miei cardinali, eh? Non è così! Ma mi ha fatto tanto bene, tanto bene … Il cardinale Kasper diceva che sentire misericordia, questa parola cambia tutto. E’ il meglio che noi possiamo sentire: cambia il mondo. Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto. Abbiamo bisogno di capire bene questa misericordia di Dio, questo padre misericordioso che ha tanta pazienza … Ricordiamo il profeta Isaia, che afferma che anche se i nostri peccati fossero rosso scarlatto, l’amore di Dio li renderà bianchi come la neve. E’ bello, quello della misericordia! Ricordo, appena vescovo, nell’anno 1992, è arrivata a Buenos Aires la Madonna di Fatima e si è fatta una grande Messa per gli ammalati. Io sono andato a confessare, a quella Messa. E quasi alla fine della Messa mi sono alzato, perché dovevo amministrare una cresima. E’ venuta da me una donna anziana, umile, molto umile, ultraottantenne. Io l’ho guardata e le ho detto: “Nonna – perché da noi si dice così agli anziani: nonna – lei vuole confessarsi?”. “Sì”, mi ha detto. “Ma se lei non ha peccato …”. E lei mi ha detto: “Tutti abbiamo peccati …”. “Ma forse il Signore non li perdona …”. “Il Signore perdona tutto”, mi ha detto: sicura. “Ma come lo sa, lei, signora?”. “Se il Signore non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe”. Io ho sentito una voglia di domandarle: “Mi dica, signora, lei ha studiato alla Gregoriana?”, perché quella è la sapienza che dà lo Spirito Santo: la sapienza interiore verso la misericordia di Dio. Non dimentichiamo questa parola: Dio mai si stanca di perdonarci, mai! “Eh, padre, qual è il problema?”. “Eh, il problema è che noi ci stanchiamo di chiedere perdono! Lui, mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono. Non ci stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi. E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti. Invochiamo l’intercessione della Madonna che ha avuto tra le sue braccia la Misericordia di Dio fatta uomo”. Al termine della preghiera dell’Angelus, il Papa ha rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini: “Grazie della vostra accoglienza e delle vostre preghiere. Pregate per me, ve lo chiedo. Rinnovo il mio abbraccio ai fedeli di Roma e lo estendo a tutti voi, e lo estendo a tutti voi che venite da varie parti dell’Italia e del mondo, come pure a quanti sono uniti a noi attraverso i mezzi di comunicazione. Ho scelto il nome del Patrono d’Italia, San Francesco d’Assisi, e ciò rafforza il mio legame spirituale con questa terra, dove – come sapete – sono le origini della mia famiglia. Ma Gesù ci ha chiamati a far parte di una nuova famiglia: la sua Chiesa, in questa famiglia di Dio, camminando insieme sulla via del Vangelo. Che il Signore vi benedica, che la Madonna vi custodisca; che non dimenticate questo: il Signore mai si stanca di perdonare! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere il perdono. Buona domenica e buon pranzo!”.