affittoAd Asti si registra la più alta concentrazione di famiglie in affitto della provincia (29,3% e 5° posto nella graduatoria regionale), con Moncalvo (2° posto e 27,1%) e Villafranca d’Asti (3° posto e 27%) che seguono a breve distanza. È quanto emerge da un’analisi* di Solo Affitti, franchising immobiliare specializzato in Italia nella locazione con 340 agenzie (40 in Spagna), che ha tracciato una mappa dei comuni dove si vive di più in affitto. Nell’astigiano non piace vivere in affitto agli abitanti di Roccaverano (ultimo posto in provincia con l’1,6%), Serole e Rocchetta Palafea (penultimi con l’1,7%) e Loazzolo (terzultimo con il 3,5%). Il comune piemontese con la più alta densità di locazioni (30,1% di famiglie in affitto) è Bra in provincia di Cuneo. Fra i primi dieci comuni del Piemonte, quelli cuneesi la fanno da padroni: Alba è al 2° posto con il 29,9%, Saluzzo e Fossano al 4° posto ex-aequo con il 29,5%, Savigliano al 5° a pari merito con Asti con il 29,3%. Seguono Mondovì (7° posto a pari merito con Pinerolo con il 29,1%) e Cuneo (9° posto e 28,9%). Gli affitti sono molto diffusi anche a Vercelli (3° posto in regione con il 29,6%), Villadossola in provincia di Verbano-Cusio-Ossola (6° ex-aequo con il comune vercellese di Santhià con il 29,2%), Arona nel novarese (8° posto e 29%) e Valenza in provincia di Alessandria (10° posto a pari merito con il comune torinese di Torre Pellice con il 28,8%). “In Italia fino ad oggi – commenta Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – a livello normativo si è pensato soprattutto ai proprietari d’immobili e molto meno a chi va in affitto. Sarebbe necessaria una politica organica sulle locazioni prevedendo un piano di agevolazioni fiscali che coinvolga gli studenti, le giovani coppie, le famiglie in difficoltà ma anche gli stessi locatori come avviene in tanti altri Paesi europei. Del resto, anche da noi sta cambiando la visione culturale dell’affitto: non è più una soluzione transitoria. In Italia abbiamo visto piuttosto ridursi nel tempo quel poco di agevolazioni che esistevano. Con la tassazione fissa al 21% della cedolare secca – prosegue Spronelli – certamente si è avviato un percorso virtuoso. L’ulteriore riduzione dal 21 al 10% della cedolare secca quando si applica il canone concordato ha dato un’accelerazione. Nelle due grandi città italiane dove è più alta la quota di persone in affitto, il canone concordato, però, non può essere applicato perché i prezzi non vengono aggiornati. A Milano sono fermi da 16 anni e Napoli da 12. Basterebbe che le amministrazioni comunali convocassero le parti. Questo significa che il proprietario paga il doppio di tasse e l’inquilino non può beneficiare di un canone calmierato e detrazioni fiscali, nel caso in cui l’immobile diventi la sua residenza principale”. Le province del Piemonte con più famiglie in affitto sono Torino (1° posto con il 23,2%), Vercelli (2° e 22%) e Cuneo (3° e 21,8%). Si registrano valori superiori alla media nazionale (17,9%) anche nelle province di Asti (4° posto con il 21,1%), Alessandria (5° e 21%) e Verbano-Cusio-Ossola (6° e 20,5%). Meno utilizzati i contratti d’affitto in provincia di Novara (7° e 19,7%) e Biella (8° e 18,1%). Il Piemonte è la 4a regione italiana per numero di famiglie che abitano in affitto: sono più di una su cinque (22% del totale). Le altre regioni italiane dove si ricorre molto all’affitto sono Campania (1°posto e 24,4%), Valle d’Aosta (2° e 22,5%) e Liguria (3° e 22,2%). Percentuali molto basse di persone che utilizzano la locazione in Molise (ultimo con il 10,9%), Basilicata (penultima con l’11,9%) e Sardegna (terzultima con il 12,5%).