osservatorio per la sanitàAsti ha vinto la sua battaglia in campo sanitario. La Giunta regionale ha approvato, venerdì, le modifiche alla delibera sulla revisione della rete ospedaliera regionale. L’assessore Antonio Saitta, come promesso, ha mantenuto gli impegni presi lo scorso 12 gennaio con i sindaci della nostra provincia e il comune di Asti ha quindi deciso, con provvedimento di giunta, di fare dietro-front rispetto al ricorso al Tar.   LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA? Come in ogni conflitto (in questo caso e per fortuna solo di ordine democratico) si contano caduti, feriti e…dispersi. Il Cardinal Massaia dice addio a cinque primariati (ma non ai servizi che resteranno sul territorio) mentre resta incerto il destino dei reparti di Malattie Infettive e Dermatologia. Salvi i reparti di Radioterapia, Geriatria, Gastroenterologia, Chirurgia vascolare,  e Centro trasfusionale. Medicina generale, suddivisa in A e B, completa il report “bellico” con la perdita di uno dei primariati. Il sindaco Brignolo con una mano festeggia e con l’altra impone la calma, invitando a mantenere la massima attenzione sui servizi territoriali (Diabetologia, Medicina legale, Psichiatria, Neuropsichiatria infantile, etc) che saranno discussi negli atti aziendali. Il fermento generato dal tema ospedale va mantenuto, è questo l’appello di Brignolo, che conta sulla mobilitazione di comitati di cittadini, operatori e medici, tutti a far quadrato per difendere il nostro nosocomio.   LA “FASE 2”: NASCE L’OSSERVATORIO DELLA SANITA’ E’ proprio dal Comitato dei lavoratori Asl At a difesa dell’ospedale, Comitato cittadini per la difesa dell’ospedale e dalle associazioni di pazienti e volontari ospedalieri che parte la “fase 2”: sabato mattina, al Circolo “Way Assauto”, Angela Quaglia ha annunciato la costituzione dell’Osservatorio della Sanità, sigla che riunisce tutto il fronte civile (16 associazione e due comitati) e si prefigge come obiettivo quello di monitorare il servizio ospedaliero, dando la possibilità a chiunque (tramite un blog che sarà inaugurato in questi giorni) di segnalare disservizi. La Quaglia non lo dice ma lascia intendere che il successo di Asti sia una vittoria di Pirro: “L’assessore Saitta ha mantenuto l’impegno di salvaguardare cinque reparti ma non c’è nulla da festeggiare. Il nostro ospedale esce limitato, non perderemo i servizi ma il depauperamento delle strutture complesse fa fare un passo indietro all’autonomia e la funzionalità dei reparti”. Asti risulta penalizzata rispetto ad Alessandria e la Quaglia lo dimostra affidandosi ai numeri: “Delle 111 S.O.C. del quadrante Sud Est, nella nostra città ne rimarranno 25 mentre ad Alessandria venti in più. Questo ci fa preoccupare per i servizi resi ai cittadini”. Il consigliere provinciale non esprime giudizi sul passo indietro fatto dal Comune in merito al ricorso al Tar: “Non so se fosse meglio o peggio fare ricorso, forse Brignolo ha valutato che andando avanti per quella strada si sarebbe potuto mettere in discussione il risultato ottenuto ma è anche possibile che facendo la voce grossa la Regione avrebbe cambiato il proprio orientamento”. Il ricorso al Tar resta invece una priorità per numerosi comuni della Valle Bormida, con il fiato sospeso per la prosecuzione dei lavori del costruendo ospedale, sebbene nel merito l’assessore Saitta abbia già precisato che il progetto sarà portato a termine. “Comitati e, ora, Osservatorio non devono essere etichettati come movimenti politici”: su questo punto Enrico Bestente, impiegato dell’Asl di Asti, è perentorio e ribadisce che la riformulazione della delibera non è un punto d’arrivo quanto semmai di partenza. “Nel logo dell’Osservatorio c’è una lente e non è un caso: analizzeremo i servizi per capire se rispondono alle necessità dei cittadini, cominciando il nostro lavoro dalle questioni aperte”.   LUNGHI TEMPI D’ATTESA E LA DRAMMATICA SITUAZIONE DEL PRONTO SOCCORSO Bestente afferma con forza che il reparto di Malattie Infettive è “una S.O.C. che deve a tutti i costi rimanere ad Asti così come Dermatologia” e dimostra tutto il suo stupore per la soppressione di Maxillo Facciale (reparto che non sarà riassorbito da Alessandria), “un’eccellenza che se ridotta a struttura semplice – subordinandola ad Ortopedia – rischia lo svuotamento”.  I problemi non si fermano all’eliminazione dei primariati ma anche all’allungamento dei tempi d’attesa per ricoveri e diagnostiche, mancando le figure professionali in sala operatoria. “Drammatica” è definita la situazione del Pronto Soccorso: “Negli ultimi giorni si contano decine di barelle nei corridoi poiché i reparti sono incapaci di assorbire i pazienti”. Il malato è inoltre sempre più martoriato dai ticket, una vera “vessazione per le fasce più deboli specie se i ticket si sommano”. Anche sul fronte del “tempo zero” (ricevere prestazioni senza prenotazione) la situazione è depressa: “Prima ogni specialità poteva contare su 25 posti, ora la percentuale è in alcuni casi più che dimezzata e porta la gente ad accapigliarsi. E’ una situazione inaccettabile, ci vuole una battaglia di civiltà”. Bestente lancia poi la proposta di ospitare nell’ospedale della Valle Belbo l’hospice (struttura dedicata al ricovero e alla degenza dei malati oncologici che necessitano di cure palliative, fortemente richiesto in più circostanze dall’assessore comunale Mariangela Cotto). Proprio per questa particolare tipologia di assistiti l’associazione “La Via del Cuore” ha in programma la costruzione di una struttura in bio architettura; una bozza del progetto è disponibile sul sito http://www.laviadelcuore.at.it/   ORDINE DEI MEDICI: PUNTARE SULL’ASSISTENZA TERRITORIALE Nel dibattito è intervenuto anche il dott. Claudio Lucia, neoeletto presidente dell’Ordine dei Medici di Asti: “L’ospedale è un bene infinito e bisogna investire sul territorio curando a casa i pazienti cronici. Con questa strategia è possibile un grande risparmio per l’intero comparto sanitario”. Lucia si è detto favorevole al potenziamento delle cure palliative e vede quindi di buon grado la nascita dell’hospice anche nel nostro territorio, magari nell’ospedale di Nizza. Sull’allungamento delle liste d’attesa, Lucia punta il dito verso lo sblocco del turn over: “Il personale deve essere costantemente reintegrato, in sanità non si può parlare di risparmio se questo va a discapito dei cittadini”. Il presidente dell’Ordine ha poi lanciato una controproposta: costituire un mini quadrante tra Alba, Asti e Bra per rispondere al meglio alle esigenze dei singoli territori.   Fabio Ruffinengo