immondiziaIl territorio astigiano ha finalmente una strategia chiara per affrontare il futuro del proprio sistema di smaltimento dei rifiuti. Il sentiero è tracciato nelle due delibere votate ieri sostanzialmente all’ unanimità (contrario il comune di Cerro Tanaro) da tutti i Comuni soci di Gaia s.p.a e del Consorzio di Bacino dei Rifiuti Astigiano. In un sol colpo vengono messe dietro alle spalle le soluzioni che negli anni scorsi erano state prospettate ma mai intraprese: prima la realizzazione di una nuova discarica nella zona di Villanova e poi un inceneritore nella città di Asti. La nuova strada è quella di “cercare un marito”, o meglio un socio, che abbia gli impianti che mancano alla società astigiana per “chiudere il ciclo” e contemporaneamente possa portare ai nostri impianti, attualmente sottoutilizzati, materiali da trattare, in modo che, con il relativo compenso, si possano ricavare risorse economiche utili a ridurre le nostre tariffe. Il nuovo orizzonte è reso possibile dal fatto che l’aumento generalizzato della raccolta differenziata e il calo dei consumi oggi fanno si che in Piemonte e nel Nord Italia in generale, vi siano molti impianti (compresi molti termovalorizzatori), che lavorano quantitativi molto inferiori al loro potenziale. Buon senso vuole, quindi, che non si costruiscano nuovi impianti (per i quali tra l’altro non vi sono le risorse) ma si cerchi un’alleanza per utilizzare al massimo gli impianti già esistenti. Gaia e Cbra hanno quindi deliberato di avviare l’iter per cercare un soggetto che abbia queste caratteristiche (metta a disposizione gli impianti che mancano a noi e ci aiuti a saturare i nostri impianti con propri materiali) da coinvolgere nella società. Le delibere prevedono la costituzione di un tavolo tecnico che coinvolgerà i Comuni oltre alla Società e al CBRA, per predisporre gli atti per la gara pubblica che dovrà essere bandita per trovare il socio e per verificare se, dall’approfondimento della tematica, emergeranno problematiche o soluzioni alternative migliori, che consiglino di “cambiare strada” o “modificare il tiro”, prima di sottoporre ai Comuni e alle assemblee l’avvio della gara. La ricerca di un socio con cui fare alleanza è utile anche ai fini di suddividere su “spalle più larghe” le spese che nei prossimi anni saranno necessarie ad ammodernare e fare la manutenzione straordinaria degli impianti esistenti, che cominciano ad avere circa dieci anni di età e quindi cominciano a necessitare di investimenti. I Comuni astigiani vorrebbero non dover sostenere da soli queste spese, per evitare la ricaduta negativa sulle tariffe. Il Piano industriale di Gaia prevede inoltre alcuni ulteriori investimenti migliorativi: un impianto a biogas che tratti a San Damiano il rifiuto organico prima dell’inserimento nell’impianto di compostaggio, che avrebbe il doppio effetto benefico di ridurre le puzze e produrre energia elettrica (con ricaduta positiva per le casse di Gaia); un impianto fotovoltaico e così via. Gli indirizzi espressi con il voto di ieri sono inoltre utili a evitare che, a seguito del programmato accorpamento in un ambito unico tra le province di Asti e Alessandria, il nostro territorio possa subire le strategie imposte dai nostri “cugini”, che potranno contare su numeri maggiori (la provincia di Alessandria ha più abitanti e quindi conterà di più nelle assemblee). Sempre ieri, infatti, è stata approvata dall’assemblea del CBRA anche la bozza di convenzione  (frutto di oltre un anno di trattativa tra Asti e Alessandria) che prevede che il nuovo ambito unico continuerà ad attuare le strategie deliberate, prima della fusione, dagli ambiti di provenienza. In mattinata, prima delle assemblee, il Presidente del CBra Pasta e il Sindaco di Asti Brignolo avevano incontrato Cgil, Cisl e Uil e raggiunto un accordo a tutela del personale oggi dipendente del CBRA: la convenzione approvata in assemblea non sarà firmata fino a quando non sarà chiarito dalla Regione il destino dei dipendenti e, in ogni caso, gli stesso potranno beneficiare dell’ impegno statutario a riassorbire presso i comuni soci il personale in caso di scioglimento del consorzio.